San Valentino, patrono dell’Amore

pagliaLa Chiesa ha bisogno dell’amore sponsale e della famiglia per essere segno e luogo dell’incarnazione dell’amore di Dio tra gli uomini. Questo vale anche e soprattutto in relazione alle giovani coppie: una Chiesa, per essere giovane e vitale ha bisogno di sposi giovani e di famiglie giovani. Mentre la società sembra fare del tutto per distruggere i legami di amore, guardando alla fedeltà persino con irrisione, le centinaia di coppie di fidanzati che rinnovano la loro promessa d’amore davanti all’urna di san Valentino, patrono dell’amore, in occasione della Festa della promessa o le migliaia di coppie sposate che festeggiano il loro matrimonio in questa occasione, sottolineano invece quell’amore forte che è fatto di fedeltà e fortezza anche a costo di sacrificio.

L’amore, se è tale, è eterno. L’amore non è scontato e richiede attenzione, fedeltà, stabilità. Purtroppo molti pensano che l’amore sia una cosa passeggera. La frequenza delle liti e delle rotture fa pensare che l’amore durevole sia impossibile. Ma l’amore che noi vogliamo, l’amore che ci fa vivere, l’amore che il Signore ci dona è per sempre. Questo è possibile solo se non confidiamo in noi stessi, solo se non siamo schiavi dei nostri istinti. Ecco perché per amare dobbiamo volgere lo sguardo verso Dio, sorgente dell’amore. Oggi, e in ogni giorno, dobbiamo chiedere a Dio: “Signore, insegnaci ad amare!”. È una preghiera che non dobbiamo mai dimenticare: “Signore, insegnaci ad amare!”. È una preghiera necessaria sempre, ma soprattutto oggi. Abbiamo davanti a noi tanti falsi maestri d’amore che in realtà insegnano a pensare a se stessi, a vivere solo per se stessi. Ecco perché è facile fare la guerra, è facile farsi gli affari propri, è facile offendere, è facile odiare, è facile tradire, è facile farsi del male. Ma l’amore vero, e soprattutto l’amore che viene da Dio, è l’esatto contrario dell’egocentrismo. C’è bisogno di riscoprire l’amore per essere saldi, per vincere ogni incertezza proprio nei momenti più difficili. Dobbiamo praticare la lingua dell’amore, che è la tenerezza per chi ci sta accanto, la passione per rendere il mondo più bello, la compassione per i più poveri e i più deboli, l’impegno per rendere il mondo più pacifico. Per la crescita della famiglia è necessario mettersi a fianco della giovane coppia, garantire un costante aiuto nella crescita e nella maturazione umana dopo il matrimonio, offrire supporti per il consolidamento della relazione, man mano che essa sperimenta fragilità e difficoltà impreviste, che possono affievolire l’entusiasmo.

San Valentino nella vetrata della basilica omonima a Terni
San Valentino nella vetrata della basilica omonima a Terni

San Valentino spese la sua vita per aiutare gli altri: guariva i malati, soccorreva i poveri, era attento ai bambini ed ebbe un’attenzione particolare ai giovani. Aiutò a sposarsi due giovani, uno pagano e l’altra cristiana, affrontando e superando molte difficoltà. San Valentino sapeva aiutare i giovani ad incontrarsi, ad amarsi, a capirsi e perdonarsi, ad essere fedeli. Il fondamento dell’amore non è solo romanticismo, ma è volere il bene dell’altro, sapere superare le crisi e le difficoltà della vita, l’amore vero È questa vita insieme che conduce lontano, fa gustare le cose felici, fa essere più uniti quando ci sono difficoltà, rende capaci di aiutarsi vicendevolmente. L’amore si apprende giorno dopo giorno. E sappiamo anche dove apprendere questa lingua: dal Vangelo, il libro dell’amore.

AUTORE: Vincenzo Paglia Vescovo emerito di Terni - Narni - Amelia; presidente del Pontificio consiglio per la famiglia