Santeusanio: si può discutere sulle parole ma è sempre interruzione di una vita iniziata

'Pillola del giorno dopo': i medici spiegano come agisce

Recentemente con decreto del Ministero della Sanità è stata autorizzata, dietro semplice prescrizione medica, la distribuzione nelle farmacie italiane di una nuova specialità ormonale il cui effetto è quello di impedire l’annidamento di un embrione nella parete uterina. Il preparato è stato anche denominato “pillola del giorno dopo”, perché verrebbe ad impedire lo sviluppo di un embrione formatosi dopo un rapporto sessuale in periodo fecondo avvenuto entro 72 ore prima. Si è acceso un dibattito con toni talora molto vivaci che certamente non giova a nessuno. Anche se pillole con lo stesso effetto erano già disponibili ed utilizzate da molti anni, l’occasione può essere egualmente utile per ribadire dei principi che l’insegnamento e l’etica cristiana hanno sempre sostenuto, vale a dire l’inviolabilità della vita fin dal suo concepimento. Si può discutere sui termini di pillola abortiva o non abortiva, poiché a rigore l’aborto definisce l’interruzione di una gravidanza con embrione annidato nella parete uterina, ma di fatto la morte di un embrione non annidato è pur sempre interruzione di una vita iniziata. E’ quanto accade ad esempio per gli embrioni ottenuti in provetta, poi congelati ed infine distrutti quando non possono essere utilizzati: si tratta comunque di embrioni che non si sono ancora annidati nella parete uterina, ma la loro distruzione o utilizzazione per altri fini rimane un atto assolutamente immorale. L'”Associazione medici cattolici italiani” alcuni giorni fa ha emesso un comunicato stampa che ribadisce questi principi, invita tutti ad una serena riflessione e soprattutto chiede che vengano promosse e sostenute iniziative per la formazione dei giovani ai valori della famiglia e della procreazione. Infatti il ricorso a pratiche di interruzione della vita di un embrione è spesso frutto di ignoranza e di situazioni verificatesi per comportamenti superficiali e favoriti da una società sempre più edonistica. Il comunicato viene ora proposto ai lettori de La Voce.Il preparato è stato anche denominato ‘pillola del giorno dopo’, perché verrebbe ad impedire lo sviluppo di un embrione formatosi dopo un rapporto sessuale in periodo fecondo avvenuto entro 72 ore prima. Si è acceso un dibattito con toni talora molto vivaci che certamente non giova a nessuno. Anche se pillole con lo stesso effetto erano già disponibili ed utilizzate da molti anni, l’occasione può essere egualmente utile per ribadire dei principi che l’insegnamento e l’etica cristiana hanno sempre sostenuto, vale a dire l’inviolabilità della vita fin dal suo concepimento. Si può discutere sui termini di pillola abortiva o non abortiva, poiché a rigore l’aborto definisce l’interruzione di una gravidanza con embrione annidato nella parete uterina, ma di fatto la morte di un embrione non annidato è pur sempre interruzione di una vita iniziata. E’ quanto accade ad esempio per gli embrioni ottenuti in provetta, poi congelati ed infine distrutti quando non possono essere utilizzati: si tratta comunque di embrioni che non si sono ancora annidati nella parete uterina, ma la loro distruzione o utilizzazione per altri fini rimane un atto assolutamente immorale. L”Associazione medici cattolici italiani’ alcuni giorni fa ha emesso un comunicato stampa che ribadisce questi principi, invita tutti ad una serena riflessione e soprattutto chiede che vengano promosse e sostenute iniziative per la formazione dei giovani ai valori della famiglia e della procreazione. Infatti il ricorso a pratiche di interruzione della vita di un embrione è spesso frutto di ignoranza e di situazioni verificatesi per comportamenti superficiali e favoriti da una società sempre più edonistica. Il comunicato viene ora proposto ai lettori de La Voce.

AUTORE: Prof. Fausto Santeusanio