Sarà un prete tra i giovani

ASSISI: don Alberto Franceschetti nuovo presbitero. Promuoverà la pastorale giovanile

Il 21 giugno, nella cattedrale di San Rufino, don Alberto Franceschetti è stato ordinato presbitero dall’arcivescovo mons. Domenico Sorrentino. L’ordinato era circondato da una cinquantina di presbiteri che, dopo il vescovo Sorrentino e l’emerito Goretti, hanno sfilato in silenzio per imporre le mani sul capo dell’eletto e invocare l’effusione dello Spirito santo. Tanti giovani hanno partecipato con grande passione al rito riguardante un loro amico che è stato coinvolto insieme a loro nell’Azione cattolica, negli incontri giovanili della Lectio divina e in altre circostanze. Don Alberto Franceschetti è un giovane di 34 anni, originario della Calabria. Ha conseguito la maturità scientifica e frequentato tre anni di Veterinaria all’Università di Perugia poi, maturata la vocazione al sacerdozio, ha studiato al Seminario regionale umbro e ha frequentato i corsi di Teologia nell’Istituto teologico di Assisi. Attualmente presso l’Università Salesiana di Roma si sta specializzando in pastorale biblica e liturgica. Alberto è conosciuto come un giovane mite, d’animo sensibile e di intelligenza vivace. Durante la stessa celebrazione il vescovo ha assegnato al neo sacerdote il ministero che dovrà svolgere: promuoverà la pastorale giovanile nelle unità pastorali di Assisi e nell’intera diocesi, risiedendo nella parrocchia di San Rufino. Due domande a don Alberto. Qual è stata l’origine della tua vocazione? ‘Non è stata certo un fulmine a ciel sereno, perché ho avuto la grazia di poter costantemente maturare nella fede, grazie prima di tutto alla mia famiglia che mi ha trasmesso i contenuti della fede. In seguito ho avuto modo di vivere una forte esperienza ecclesiale, prima al servizio della mia parrocchia ed in seguito anche nell’Azione cattolica diocesana. È proprio in questo ambiente che sono maggiormente cresciuto come cristiano, dove ho potuto avere una profonda esperienza di Dio, che ad un certo punto mi ha portato a chiedermi se il mio servizio nella Chiesa fosse sufficiente nel modo in cui lo stavo svolgendo da laico, o se il Signore mi chiedesse un impegno più profondo e radicale. Così ho iniziato il mio cammino vocazionale che mi ha portato a scegliere di entrare in Seminario’. Prete: per che cosa? ‘Sarebbe meglio dire ‘per chi?’ La prima domanda che mi sono posto quando ho sperimentato il grande amore che Dio Padre aveva per me è stata: ‘Come posso fare perché anche altri possano sperimentare nella loro vita la misericordia e la bontà di Dio?’. La domanda non è ancora cambiata, infatti vivo il mio essere sacerdote principalmente con la volontà di far conoscere a tutti il lieto annuncio del Vangelo. In particolare il Signore mi ha sempre messo al fianco dei più giovani, ed è nei loro confronti che sento la responsabilità più grande, non solo perché il vescovo Sorrentino me li ha affidati, ma soprattutto perché possano costruire la loro vita appoggiandosi alla roccia che non crolla, alla pietra angolare, Cristo, per poter così rendere la loro vita un prodigio’.

AUTORE: (R. B.)