Sì, i frati “lasciano”

Gubbio. Ha purtroppo conferma ufficiale la voce della partenza dei Francescani dalla basilica di Sant’Ubaldo
Il chiostro della basilica di Sant'Ubaldo

Le indiscrezioni hanno trovato conferma: la presenza e il servizio dei francescani nella basilica di Sant’Ubaldo a Gubbio termineranno dopo 112 anni (oltre ai 44 compresi tra il 1816 ed il 1860) il 6 gennaio 2013.

La notizia è stata comunicata dal ministro provinciale dell’Ordine dei frati minori, padre Bruno Ottavi, al vescovo mons. Mario Ceccobelli. Quanto era stato anticipato verbalmente alla fine dello scorso mese di giugno è stato confermato da un documento scritto, con cui si spiegano anche le motivazioni della decisione, considerata dai Francescani “grave, sofferta e faticosa”, ma suggerita anche dal “definitorio” (l’organo di supporto ai ministri provinciali e generali dei Minori): è causata dal calo numerico dei frati e dall’impossibilità di poter ricoprire i tanti servizi e apostolati che vengono loro richiesti in Umbria. In particolare, i francescani umbri Ofm (Ordine dei frati minori), secondo le parole di padre Ottavi, hanno il dovere di sostenere la presenza ad Assisi e nei numerosi santuari che conservano memoria di san Francesco.

“Le assicuro che questa decisione è stata faticosa – si legge nella lettera del provinciale al presule – anche perché è da lungo tempo che i Frati minori dell’Umbria si sono resi disponibili per servire il santuario di Sant’Ubaldo, e in Provincia vi è molto affetto per questo luogo, nonostante non sia un santuario francescano, ma più legato alla diocesi e alla popolazione di Gubbio. Molti sono stati i nostri Frati minori che si sono spesi per rendere più bella ed accogliente questa basilica di Sant’Ubaldo, e se vi sono state a volte delle incomprensioni o problemi ne chiedo perdono, anche a nome dei miei confratelli”.

Padre Ottavi, tra l’altro di origini eugubine, conferma la presenza in diocesi dell’altra comunità di Frati minori, quella presso il convento e la parrocchia di Santa Maria a Umbertide.

Questa la situazione descritta da una nota dell’ufficio comunicazioni sociali. Resta purtroppo la sensazione di un provvedimento che alimenta delusione e sconcerto, anche se arrivato al termine di un mormorio che si avvertiva da tempo.

Una decisione che penalizza una realtà fortemente connotata dalla vicenda umana e spirituale del Santo di Assisi che, come ricordato da fra’ Bernardo Commodi nella prefazione a Chiesa di San Francesco a Gubbio di padre Fernando Rosati (1989), “aveva eletto e amato Gubbio come sua seconda patria”.