Simbolo della comunione e dell’unità della comunità nursina

A Norcia le celebrazioni dell'anniversario della dedicazione di Santa Maria Argentea

Lo scorso 14 ottobre la comunità di Norcia ha celebrato il 181’anniversario della dedicazione della Concattedrale di Santa Maria Argentea. Era infatti il lontano 14 ottobre 1822 quando il vescovo di allora, mons. Gaetano Bonanni, primo dei vescovi eletti all’indomani della ricostituzione della diocesi di Norcia, attribuì all’edificio sacro, che si trova leggermente defilato rispetto alla piazza principale dedicata a san Benedetto, la dignità di cattedrale. Una qualifica sostituitasi a quella di collegiata e mantenuta fino al 1988, anno in cui, conseguentemente alla costituzione dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, le è stato dato il titolo più prestigioso di concattedrale. Le celebrazioni per la ricorrenza della dedicazione hanno occupato tre intense giornate di appuntamenti culturali e religiosi. Tra le iniziative, la conferenza tenuta nel pomeriggio di lunedì scorso da don Giulio Martelli sul tema: ‘La presenza della Domus Ecclesiae sul territorio’ e il concerto della Corale Gildo Antonioni di Norcia diretta dal maestro Pierluigi Valesini martedì sera, giorno della festa vera e propria, segnata dalla solenne celebrazione eucaristica delle ore 18.30 e dalla partecipazione alla messa della cappella musicale del duomo di Spoleto. ‘La ricorrenza della dedicazione di questa casa di preghiera ‘ ha fatto notare il parroco della Concattedrale don Mario Curini ‘ è un’occasione per riscoprire e riflettere sul ruolo fondamentale della Chiesa nella nostra società. Celebriamo la concattedrale non certo perché è un bel monumento ma per il suo significato interiore e spirituale, per ciò che esprime e rivela, perché in questo luogo privilegiato, che rappresenta il simbolo più eloquente dell’unità e della comunione della nostra comunità, che è una comunità di fede e preghiera, noi cristiani possiamo rendere a Dio il culto dovuto e ricevere poi da Lui luce e forza per il nostro cammino’. La festa della concattedrale è servita pertanto a ricordare la vocazione ecclesiale di ogni cristiano che è quella di contribuire per la propria parte all’edificazione della Chiesa come strumento necessario e prezioso. ‘Siamo ‘ ha aggiunto il parroco Curini ‘ ‘pietre vive ed elette’, molto più preziose delle pietre di marmo o di altri materiali pregiati con cui abbiamo costruito e continuiamo a costruire le nostre cattedrali. Da qui la necessità, proprio per essere pietre vive ed elette, di inserirsi nella vita ecclesiale in maniera più convinta, più generosa, più impegnata ed operosa, ciascuno secondo il proprio posto e il proprio compito’.

AUTORE: Antonella Franceschini