Sotto la ridipintura scoperta una più antica Assunzione della Vergine

Durante i restauri di un affresco in cattedrale

E’ stata una autentica sorpresa. Di più: è stata una vera e propria scoperta. Una scoperta che ha restituito a Terni ed all’arte una nobile pagina pittorica. Il fatto. Nell’abside della cattedrale ternana si trova un vasto affresco raffigurante l’Assunzione della Vergine. Versava in condizioni un po’ precarie per cui la Fondazione della Cassa di risparmio di Terni e Narni ne ha patrocinato il restauro sotto il controllo della Soprintendenza ai beni culturali dell’Umbria con il coordinamento della dott.ssa Margherita Romano. L’affresco, in realtà, era già stato sottoposto a quello che si riteneva un restauro, nel 1784, da un non meglio identificato Angelo Papi. Nel corso dei lavori attuali, però, ci si è accorti che quello che si riteneva un restauro settecentesco era, in effetti, una ridipintura imitativa del soggetto sottostante. Si è quindi provveduto ad effettuare saggi di rimozione della pittura di “restauro” e si è scoperto che, al di sotto dello strato ridipinto, si trovava, ancora in buone condizioni, l’affresco originario. Rimossa la ridipintura di Angelo Papi, è apparso un affresco raffigurante sempre l’Assunzione della Vergine, ma di ben più rilevante importanza e valore artistico. In sostanza si è “scoperto”, in tutti i sensi, un dipinto nuovo, inedito, di notevole fattura. L’affresco ricopre gran parte della curva dell’abside ed ha un coronamento a lunetta. Presenta, nella parte sottostante, il sacello vuoto della Vergine ricoperto di petali di fiori, con attorno gli apostoli. Nella zona in alto, invece, è raffigurata la Vergine che si libra verso il cielo sopra una nube, tra angeli e putti musicanti. Il soggetto, lo ripetiamo, è quello che si è visto sino a pochi mesi fa nella cattedrale ternana; ma ora non è più quello ridipinto dal Papi, bensì quello originario che per i ternani costituirà una autentica scoperta. A seguito dei lavori di restauro può essere attribuita una diversa datazione dell’affresco, già considerato della prima metà del Seicento. Ora non appare azzardato riferirlo ad un artista manierista e quindi collocabile alla fine del Cinquecento in un periodo, cioè, non lontano a quello in cui fu ristrutturata la zona presbiteriale con la collocazione dell’imponente coro ligneo, realizzato nel 1559 dal siciliano Domenico Corsi. I lavori si sono conclusi in questi giorni. Sono stati lunghi e delicati. Una pagina d’arte e di fede è stata, così, restituita alla città. Per Terni e per la tutela del suo patrimonio artistico è un segnale incoraggiante.

AUTORE: Mino Valeri