Staminali adulte, una fondazione per la ricerca

Servirà a dare il via al primo istituto mondiale di ricerca presso l'ospedale 'S. Maria' di Terni

Tra le innumerevoli schermaglie referendarie sulla legge 40/2004, l’annuncio che a Terni entro il mese, sarà costituita la fondazione per la ricerca sulle cellule staminali adulte che darà vita al primo Istituto mondiale di ricerca per le cellule staminali adulte presso l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, segna un passo importante sul versante della sperimentazione e della ricerca e chiude l’annoso capitolo del programma che ha visto Terni, le istituzioni locali, l’Università a lungo impegnate. Ad annunciarlo è stato il vescovo Vincenzo Paglia, nel corso dell’incontro che il comitato cittadino ‘Scienza e vita’ ha organizzato con il prof. Angelo Vescovi, biologo e ricercatore presso l’ospedale San Raffaele di Milano. ‘Vari istituti privati, case farmaceutiche, oltre al Comune di Terni, faranno parte della Fondazione e daranno il loro contributo economico, stante la persistente assenza di fondi pubblici destinati alla ricerca – ha spiegato mons. Paglia’. L’istituto ‘Ibr San Valentino per la vita’, questo il nome del progetto, sarà destinato a svolgere importanti ricerche sulla cura delle malattie in particolare neurodegenerative. ‘Una corretta informazione deve essere alla base di una materia così complessa come quella della legge 40, che non può essere risolta con i referendum – afferma il Vescovo – La scelta del non voto è una scelta precisa e legittima che affonda le radici in ragioni profonde, perché la vita va difesa dalla sua origine e poi in ogni momento successivo. Penso quindi anche al discorso delle adozioni e alle risorse che dovrebbero essere destinate maggiormente alla ricerca scientifica per debellare le malattie’. Dello stesso avviso è Angelo Vescovi che, nel suo intervento, ha toccato vari aspetti legati alla prossima consultazione referendaria: ‘la ricerca di nuove cure è possibile senza utilizzare embrioni umani. Non esistono protocolli clinici, nemmeno a livello di sperimentazione sull’uomo, che si basano sull’uso di cellule embrionali. Senza dimenticare che molte risorse umane e economiche potrebbero essere utilizzate per sviluppare brevetti e ricerca che facciano progredire lungo vie sperimentate e che hanno dato positivi risultati’.

AUTORE: Elisabetta Lomoro