Star Cup: quello che ho visto, vi racconto

La Star Cup è cresciuta, talmente tanto da aver bisogno di un’organizzazione ampia e prolungata. Ormai si muovono oltre 1.000 persone e quasi 100 squadre, che fanno riferimento a 50 o 60 oratori
La cerimonia di apertura della Star Cup edizione 2015
La cerimonia di apertura della Star Cup edizione 2015

Comincio col dire che il “vi racconto” riprende uno scritto pubblicato lo scorso anno a conclusione della Star Cup. Questa frase nella sacra Scrittura è ricorrente: è la testimonianza per eventi vissuti ed è la chiave dell’evangelizzazione: gli apostoli sono testimoni e annunciatori di quello che hanno visto e vissuto. Lo scorso anno ero stato agevolato da un evento unico: il 27 aprile si concludeva la Star Cup della Pastorale giovanile, ma soprattutto venivano proclamati santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Ma anche quest’anno c’è qualche cosa di grande: è il decimo anniversario della Star Cup. Qualcuno grossolanamente potrebbe dire: ce ne sono tanti di anniversari… uno più o uno meno! I più giovani non lo possono sapere e non possono fare riferimenti, ma la Pastorale giovanile della diocesi perugina aveva fatto tanto. E questo è un bel traguardo. Ricordo molto bene: erano gli anni Ottanta quando il vescovo Pagani ebbe l’intuizione di una Pastorale giovanile nuova e moderna, anticipando “la nuova evangelizzazione per un mondo che cambia”. Partì l’équipe di Pastorale giovanile, e l’attuale vescovo Paolo insieme a don Alberto ne sa qualche cosa perché ne fu l’artefice-esecutore. Il sottoscritto, dopo la bella esperienza nella parrocchia di Monteluce, in quegli anni è parroco intorno al lago e anche in qualità di assistente ecclesiastico del Centro sportivo italiano partecipa attivamente ed emotivamente a queste nuove intuizioni pastorali.

La sfida ormai è lanciata, si susseguono vescovi in diocesi e preti per la pastorale giovanile. Vorrei rammentare dei nomi, ma non lo faccio: non vorrei dimenticare qualcuno… Non vorrei dimenticare don Alberto, don Paolo, don Raffaele, don Roberto, don Simone, don Riccardo e don Francesco. Viva don Riccardo e don Francesco, che con fantasia e acume pastorale hanno vissuto i frutti di questa nuova primavera educativa con infinite iniziative! Ma la sfida è partita da lontano. Se oggi in diocesi ci sono un 60-70 oratori con presenze importanti, dai 1.500 giovani alle veglie in cattedrale agli oltre 1.000 della Star Cup, è grazie a quei “missionari” che si chiamano mons. Pagani, mons. Antonelli, mons. Chiaretti, il card. Bassetti e il vescovo Paolo. Oggi questa è l’unica pastorale giovanile vincente.

Ma torniamo alla Star Cup 2015. Il decimo anniversario, come sempre, è stato preparato con grande cura. I ragazzi-giovani hanno un sesto senso per le cose interessanti per loro: possono decretare la riuscita di un lancio commerciale e di un’iniziativa, ma possono anche decretarne la morte prima di iniziare: è una questione di feeling, direi di amore… loro capiscono subito chi li ama! E così la Star Cup è cresciuta, talmente tanto da aver bisogno di un’organizzazione ampia, nel tempo e nelle persone; ormai si muovono oltre mille persone e quasi cento squadre, che fanno riferimento a un 50-60 oratori. Quest’anno poi si è anche tentata la nuova via dei piccoli da zero a 10 anni. Anche a me è successo che negli anni scorsi gli animatori dell’oratorio “Insieme per”, insistendo, mi abbiano trascinato in quest’avventura iscrivendo una squadra e poi addirittura tre. Viva i giovani che fanno sentire giovani anche i preti che giovani non sono più! Li ringrazio molto. “Ma che vuoi che sia – può dire qualcuno. – Si fanno delle partite di calcio: le fanno in tanti!”. Non è così. Intanto, per vari giorni vedi costantemente mille e più ragazzi, in quell’età difficile ma fondamentale che è l’adolescenza. L’organizzazione, che ne sa una più del diavolo (ci mancherebbe che non fosse così), comunica all’ultimo momento gli orari delle partite, così tutti rimangono sul posto, e nel frattempo si propongono catechesi, testimonianze e l’adorazione eucaristica guidata, talmente guidata che poi i ragazzi ti vengono a dire che quella in parrocchia è… insopportabile! Non so chi inizialmente dieci anni fa abbia avuto l’idea e poi abbia pianificato la formula, ma credo abbia colto nel segno.

La mia esperienza mi ha portato negli oltre trenta anni a servizio del Centro sportivo italiano (che tra l’altro è partner attivo con la Pastorale giovanile nelle Star Cup) a vivere molte esperienze sportive-educative anche con numeri impegnativi. Ricordo corsi di formazione vissuti con centinaia di giovani, ma devo dire che questa strategia che abbina gioco-formazione-preghiera è unica: stesso concetto sottolineato da don Alessio Albertini (fratello di Demetrio, vedi Milan) consulente ecclesiastico nazionale del Csi, e del suo presidente Massimo Achini, invitati per le testimonianze da don Riccardo. In questi giorni, andando a tozzi e bocconi, ho anche avuto il tempo di mettermi su un angolo e osservare: è stato bello osservare quei tanti volti, quei tanti ragazzi, quelle tante storie fatte di obiettivi, speranze, ansie, progetti, problemi. Dio li ama, la Chiesa li ama, li amiamo tutti noi.

AUTORE: Don Leonardo Romizi assistente ecclesiastico