State buoni… con l’Ac

“State buoni… se potete!” è stato il titolo del campeggio diocesano delle classi 5a elementare, 1a e 2a media che si è concluso domenica, organizzato dall’Azione cattolica a Montefalcone Appennino, in provincia di Fermo. Come si intuisce dal titolo, il filo rosso che ha scandito il programma delle giornate è stata la figura di san Filippo Neri, il quale sempre ripeteva ai suoi ragazzi, che poco conoscevano le regole perché quasi tutti strappati dalla strada, di stare buoni… se potevano. Facendo riferimento alla figura di “Pippo buono” – così chiamavano san Filippo i suoi contemporanei – e all’ultimo film che lo riguarda, sono state affrontate quattro tematiche: l’ascolto, la preghiera, il sacrificio e la carità, che sono le basi del cammino di maturazione e di fede di ciascuno, soprattutto di chi inizia a mettere quelle radici che porteranno alla formazione della propria personalità. L’obiettivo quindi non è stato solo il far conoscere le tematiche proposte, ma attraverso le riflessioni nei gruppi si è cercato di far capire ai ragazzi quanto già, in concreto, li riguardino e l’importanza di crescere in esse (ascolto, preghiera, sacrificio e carità). Come nel migliore spirito Ac, tutto è stato fatto all’insegna della gioia: all’inizio di ciascuna giornata c’era la preghiera delle lodi, poi delle scenette che riguardavano la vita di san Filippo e che introducevano la tematica del giorno. Anche le catechesi avevano come aiuto attività che si rifacevano al tema trattato. Una cosa molto gradita ripresa in mano quest’ anno, sperimentata al campeggio delle elementari con successo, sono stati i “documenti della fede”: un breve momento di catechesi fatto all’interno dei vespri come riepilogo della giornata, della tematica trattata, del senso delle attività svolte e delle cose accadute. Nella camminata è stato affrontato anche un altro argomento, tanto importante quanto attualmente sottovalutato: la confessione. È stato scandito da due tappe: nella prima si è dato un senso all’intera camminata come un’allegoria della vita che comporta sacrifici, tutti i giorni; nella seconda è stato dato avvio in un certo senso alla liturgia penitenziale della tappa finale, spiegando cosa è il peccato e quanto grande sia la possibilità che Dio offre con la confessione, grazie alla sua grande misericordia. Per fare capire il peso del peccato ogni ragazzo ha scritto i peccati commessi su dei sassi, portandoseli dietro per poi liberarsene dopo l’assoluzione. Particolarmente sentita e partecipata è stata poi la veglia finale, dove i primi attori sono stati i ragazzi stessi, che hanno riepilogato le quattro giornate (una per gruppo), come erano state vissute, dimostrando come l’ascolto, la preghiera, il sacrificio e la carità siano vicine alla loro vita quotidiana più di quanto non crediamo. La veglia è terminata con il gesto di gettare quegli stessi sassi in un fosso, ricordando le parole di Filippo Neri che diceva ai suoi ragazzi di buttare alle spalle i peccati perdonati, dimenticarli e non commetterli più. Come sempre l’intento educativo dei campeggi Ac mira “verso l’alto”, secondo il motto del beato Piergiorgio Frassati: nell’educazione a un divertimento sano, a un modo di vivere in maniera aperta verso gli altri, allo spirito di servizio che i ragazzi svolgono a tavola e nelle pulizie delle stanze, e nel messaggio di una vita cristiana fondata sul Vangelo che è lo scopo principale in cui trovano senso queste iniziative. Tutto questo è il campeggio Ac.