“Stati generali” dell’istruzione a Foligno

Oltre 30.000 studenti attesi a Foligno. La città in stato d'assedio

Due giorni di invasione. Si dice che sarà pacifica, con trentamila manifestanti che ‘”campeggeranno” per le vie di Foligno in attesa di “assediare” il vertice e di bloccare i lavori. Si parla del grande summit che ci sarà sulla scuola, di quel vertice previsto per la prossima settimana e che sta gettando nel panico l’intera città. Che si piazza fra gli Stati generali della scuola e i no global, fra gli studenti che manifesteranno il loro dissenso contro la riforma Moratti, con i no global che hanno annunciato una mobilitazione del movimento in contemporanea con gli Stati generali, con lo scopo di bloccare la manifestazione del governo. La lista delle adesioni del documento che è stato scritto a Milano, si allunga di giorno in giorno. Il programma prevede manifestazioni in tutte le città italiane a cominciare da mercoledì, per poi salire sui treni e arrivare a Foligno. Nel documento del collettivo, che sarà a Foligno già dal 19 sera, si parla di invasione pacifica della città in attesa di “assediare” il vertice. Una parola questa che ha fatto prendere un po’ le distanze al comitato folignate degli “studenti disobbedienti” che vedono la manifestazione in modo più tranquillo. Mille dubbi ma che poi si sono risolti nella firma e nell’adesione al documento, con la visione un po’ diversa della parola “assedio” che ha, diciamo fatto mettere le mani avanti ai folignati. “Vogliamo specificare – hanno scritto i ‘disobbedienti’ in un loro documento – la natura non violenta della manifestazioni che noi, insieme alla città e alle sue componenti, pretendiamo. Un assedio che va inteso nella sua natura pacifica e non violenta proprio per l’ambiguità che potrebbe creare e che intendiamo bloccare politicamente con i mezzi civili della protesta escludendo in maniera decisa qualsiasi atto che porti allo scontro fisico”. Una loro nota con la quale ribadiscono anche l’illegittimità degli Stati generali che “vanno annullati e, in caso contrario il Governo deve garantire l’accoglienza di tutti”. Insomma la preoccupazione nella città della Quintana è alta, così come la tensione per una invasione di trentamila manifestanti, che non intende certo ricalcare il G8 di Genova. La città è compatta: dall’amministrazione comunale alle associazioni di categoria, agli istituti di credito, alle forze economiche, dicono no al vertice, almeno non in questi giorni ma da spostare dopo le feste. Il sindaco ha scritto al Ministro per l’istruzione, per chiedere un rinvio. Ma da Roma viene confermato il programma, con l’assicurazione che sarà fatto tutto il possibile per ridurre i disagi ai cittadini.

AUTORE: Francesca Petruccioli