Il 28 giugno sarà un giorno di festa per la diocesi di Perugia Città della Pieve: nei Primi vespri dei santi Pietro e Paolo, Samuele Betti sarà ordinato sacerdote per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Ivan Maffeis, nella cattedrale di San Lorenzo, alle ore 18.
Chi è Samuele Betti
Classe 1994, Samuele è cresciuto nella parrocchia di Prepo, dove ha frequentato l’oratorio e poi prestato servizio come animatore. Ha fatto parte anche della comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo. Dopo alcuni anni di lavoro, nel 2018 ha scelto di entrare nel Pontificio seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi, iniziando così un percorso di discernimento e formazione che lo ha accompagnato fino a oggi.
“Chi sono? Un ragazzo, ormai un uomo di 31 anni”, risponde con un sorriso, quando gli viene chiesto di raccontarsi. “Ho incontrato il Signore in modo concreto intorno ai 19-20 anni. Questo amore mi ha rapito, e ora desidero donare tutta la mia vita alla Chiesa per servire il popolo di Dio”.
Tra momenti di crisi e il desiderio di andare oltre
La fede, coltivata in famiglia e in oratorio, ha conosciuto anche momenti di crisi. “C’è stato un periodo in cui vivevo una frattura interiore. Da una parte c’era il bene che mi veniva proposto dalla Parola di Dio e dai miei educatori in oratorio, dall’altra la vita che conducevo, che mi lasciava vuoto e deluso. Un giorno, parole semplici come ‘Dio ti ama’ mi hanno toccato il cuore. Ho sperimentato per la prima volta un amore vero, concreto, che mi era stato annunciato tante volte ma che non avevo mai sentito davvero”. È da lì che nasce il desiderio di andare oltre. “Nel cammino oratoriale e nel Rinnovamento ho scoperto che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Donarmi agli altri mi rendeva felice.
Una parola, ascoltata durante una celebrazione, mi ha poi colpito profondamente: ‘Se questa sera ti venisse chiesta la vita, cosa presenteresti al Signore?’. Mi sono messo, dunque, in ricerca per poter rispondere a questo interrogativo e grazie all’accompagnamento di un sacerdote, ho potuto aprirmi, raccontarmi, iniziare un percorso di discernimento. Avevo i miei piani, ma lui mi ha fatto intravedere un’altra possibilità: che il Signore potesse chiamarmi ad una vita spesa per il Signore, per la Chiesa, per i fratelli e le sorelle, anche attraverso il ministero ordinato. Dopo due anni di lotta interiore, mi sono abbandonato con pace alla volontà di Dio. E ho sentito nascere un desiderio profondo per questa scelta”.
Samuele: “Il sacerdote deve essere vicino alle persone in ogni condizione”
Alla soglia dell’ordinazione, la domanda si fa concreta: che prete vuoi essere? “Il mondo cambia velocemente, la pratica del ministero ugualmente, assume sfumature e connotati differenti lungo il corso del tempo, ma credo che il sacerdote debba essere vicino alle persone in ogni condizione, nella gioia e nel dolore. Uno che cammina con la gente e che non si dimentica di curare ogni giorno la sua relazione con Dio. Desidero essere un prete docile all’azione dello Spirito, per saper leggere i segni dei tempi e lasciarmi modellare sull’immagine del Buon Pastore, Gesù Cristo. E che sa discernere la volontà di Dio, ovunque venga mandato e nelle diverse situazioni che si trova ad affrontare”.
L’invito ai giovani: “Non abbiate paura di fare scelte che durano per sempre”
A quei giovani che sono in ricerca vocazionale, Samuele rivolge un invito sincero: “Non abbiate paura di fare scelte che durano per sempre. Dentro di noi c’è un desiderio di infinito, di bello, che va preso sul serio. Dire il proprio sì a Cristo può far paura, ma è una lotta bella, che conduce alla gioia. La vocazione è un cammino per diventare la migliore versione di se stessi o, meglio, vivere in pienezza la bellezza che siamo, lasciandoci amare da Dio per imparare ad amare il prossimo”.
F. V.