Sull’assistenza agli anziani le obiezioni dell’opposizione

La Giunta regionale ha stanziato oltre tre miliardi di lire per gli ultraottantenni

Sugli assegni di cura per gli anziani non autosufficienti assistiti in famiglia si riaccendono – dopo la pausa natalizia – i contrasti fra le forze politiche. Dall’opposizione in Consiglio regionale è arrivato sulla questione l’intervento del capogruppo del Ccd-Cdu, Enrico Sebastiani. Nell’ottobre scorso aveva presentato un disegno di legge per l’introduzione di un “buono” socio-sanitario di 800 mila lire mensili da destinare a quelle famiglie che intendono farsi carico dell’assistenza domestica degli anziani non autonomi. Negli ultimi giorni del 2001, poi, l’assessore regionale alla Sanità, Maurizio Rosi, aveva annunciato l’avvio di una sperimentazione, approvata dalla Giunta umbra, che avrebbe coinvolto 360 famiglie umbre, distribuite nelle varie Asl a seconda delle proporzioni di popolazione anziana. Secondo Sebastiani, però, la deliberazione annunciata alla stampa dall’assessore Rosi in realtà non ci sarebbe, perché il provvedimento non sarebbe stato firmato dalla presidente Maria Rita Lorenzetti. “Si tratta di un ritardo burocratico o di una non condivisione?”, si chiede il capogruppo regionale del Ccd-Cdu. Per di più, aggiunge Sebastiani, “il provvedimento conterrebbe un budget minimo e modalità di erogazione del beneficio assolutamente inadeguate e non condivisibili”. La risposta della presidente Lorenzetti e dell’assessore Rosi non si è fatta attendere. “L’atto in questione – scrivono i due amministratori – è stato approvato nell’ultima seduta del 2001 della Giunta regionale, il 27 dicembre, e il ritardo della firma è stato determinato solo dal rallentamento dell’attività amministrativa dovuto alle vacanze natalizie e all’assenza della Lorenzetti”. Presidente e assessore respingono al mittente anche le accuse di aver trovato una soluzione “improvvisata, pasticciata e non trasparente”, come Enrico Sebastiani aveva definito il provvedimento. L’assegno di cura, al contrario, rappresenterebbe un’integrazione sanitaria delle politiche sociali già attive in regione. Ma quale sarebbe l’impegno finanziario necessario per coprire i costi dell’assistenza domiciliare di tutti anziani non autosufficienti in Umbria? L’unica cifra è quella stimata dal gruppo consiliare regionale di Forza Italia, riportata in una interrogazione presentata da Ada Spadoni Urbani e dagli altri “azzurri” all’inizio di dicembre. “Le famiglie umbre che si trovano nella condizione di ricevere ‘l’assegno di salute’ – secondo i berlusconiani – sarebbero almeno ventimila per un importo di 192 miliardi di lire”. Una bella somma sulla quale Forza Italia chiede chiarimenti. Saranno in grado le casse della sanità regionale di coprire il fabbisogno? Quali tagli apportare, in caso contrario, alla spesa per i servizi sanitari? Risposte che potranno arrivare solo dopo la sperimentazione lanciata per quest’anno dall’assessore Rosi.

AUTORE: D.M.