Sulle radici cresce un ponte

Apre ad Assisi un Centro di studi sulle radici culturali ebraico- cristiane dell’Europa

A due anni dall’annuncio fatto dal rettore dell’Università di Perugia Francesco Bistoni nel 2008, in occasione della celebrazione del settimo centenario della fondazione dell’Ateneo perugino (1308 – 2008), il 22 febbraio scorso è stato inaugurato ad Assisi, a palazzo Bernabei, il “Centro studi sulle radici culturali ebraico-cristiane dell’Europa”. Istituito dall’Università degli studi di Perugia in collaborazione con il Comune di Assisi, è destinato a fare ricerche sul tema, nella convinzione – come ha osservato il prorettore prof. Pieretti – “l’Europa, se non vuole lasciarsi sopravanzare sulla via del progresso scientifico e tecnologico, è chiamata ad accettare le sfide della globalizzazione. Tuttavia, per proporsi con una peculiarità sua propria, connotata in senso umanistico, deve riscoprire la propria identità. È per questo – afferma ancora Pieretti – che, sotto l’egida dell’Università degli studi di Perugia e in collaborazione con il Comune di Assisi, nasce il Centro di studi sulle radici culturali ebraico-cristiane della civiltà europea”. Per illustrare i significato dell’iniziativa, nella sala papale del Sacro Convento di san Francesco si svolta la conferenza del teologo, arcivescovo di Chieti -Vasto, Bruno Forte; una relazione sul senso delle “radici ebraico cristiane” riferite alla civiltà europea. Nella densa e dotta relazione mons. Forte ha chiarito molto efficacemente che non si deve fare un’operazione di “nostalgica archeologia culturale”, né di ideologizzare l’uno o l’altro dei valori, principi, aspetti culturali e di costume delle popolazioni europee. Ma scoprire che cosa si può trarre come ispirazione e spinta dalla cultura ebraico-cristiana che sta alle nostre spalle per progettare il presente e il futuro dell’Europa, tenendo conto del crollo delle grandi narrazioni ideologiche del Novecento. Forte ha tracciato tre orizzonti di pensiero, da lui chiamati le “arcate di un ponte” su cui costruire il progetto di ricerca, e che possono suscitare nuova creatività nella costruzione di futuro: l’“invenzione” della storia come processo che tende ad una meta, traendo l’idea dal profetismo biblico ebraico; l’“invenzione” greca della politica e della democrazia; e l’“invenzione” cristiana della persona. Questo punto è stato particolarmente efficace perché è stato sviluppato con riferimento alla singolarità e “infinita dignità” come essere in sé (esse in) prima di ogni altra aggiunta, e pertanto da non trattare mai come oggetto, ma dotata di diritti inalienabili, diritti umani e non solo del cittadino. Dall’altra parte la persona è anche aperta all’altro (esse ad) cioè in relazione costitutiva e necessaria con le altre persone, secondo quel modello detto del “personalismo comunitario” di cui hanno trattato grandi pensatori cattolici come Emanuel Mounier. Mons. Forte ha esemplificato attraverso l’analisi dei primi articoli della Costituzione italiana come il personalismo cristiano sia stato gravido di felici conseguenze per il elaborare correttamente la “mediazione politica” necessaria per calare i principi nella vita concreta della società. La lezione di Bruno Forte è stata a lungo applaudita e apprezzata per la profondità e la chiarezza, ma anche per il pathos che esprimeva, che ha avuto il suo culmine nella “preghiera semplice” di san Francesco (che non è semplice e neppure di san Francesco, come ha notato, ma ben rispondente alla sua spiritualità) con cui ha concluso il discorso. Prima della relazione ci sono stati saluti e commenti all’iniziativa, a cominciare dal discorso del rettore Francesco Bistoni e del Sindaco che sono i due referenti principali dell’iniziativa; poi degli ecclesiastici che hanno molto apprezzato la costituzione di questo centro, fin dall’inizio sostenuto dall’arcivescovo Giuseppe Chiaretti ed ora dal nuovo arcivescovo Gualtiero Bassetti, il quale ha letto alla folta e qualificata assemblea un messaggio di Benedetto XVI. Ha portato il saluto della Ceu il suo presidente mons. Vincenzo Paglia. Gli onori di casa sono stati fatti dal vicario del Sacro Convento Egidio Canil, che ha simpaticamente letto un “Laudato si’ mi’ Signore per… l’Europa“ sulla falsariga del Cantico delle creature; e dall’arcivescovo Sorrentino, vescovo di Assisi che è entrato nel merito del tema dibattuto. A commento della relazione di Forte vi sono stati due interventi rispettivamente di Fausto Bertinotti e di Pierferdinando Casini, che hanno calato il discorso sul piano della politica attuale e dei suoi problemi nel quadro della globalizzazzione in cui l’Europa rischia di naufragare. Un lavoro è stato iniziato e la problematica che ne è scaturita, fin da questo primo momento di riflessione e dibattito, è tale da far pensare ad un complesso itinerario di studio e di ricerca, che sarà vivace e appassionante, e darà all’Umbria un altro titolo di eccellenza in campo culturale e mistico.

AUTORE: Elio Bromuri