Suor Elisabetta Barolo, madre degli “orfani bianchi” in Romania

Movimento per la vita. Incontro con suor Elisabetta Barolo, missionaria in Romania
Suor Elisabetta durante il suo intervento nella sala del Consiglio comunale
Suor Elisabetta durante il suo intervento nella sala del Consiglio comunale

L’esperienza maturata in 17 anni come missionaria in Romania, suor Elisabetta Barolo l’ha raccontata anche a Città di Castello lo scorso 17 maggio, nella sala del Consiglio comunale, davanti ai ragazzi delle scuole tifernati e al locale Consiglio comunale, riunito in via straordinaria.

La religiosa, appartenente alla congregazione delle suore Missionarie della Passione di Gesù, è stata intervistata, negli ultimi mesi, da alcune televisioni nazionali e straniere. Suor Elisabetta è intervenuta a Città di Castello in merito alla premiazione di un concorso organizzato dal locale Movimento per la vita, collegato alla raccolta firme “Uno di noi”: una iniziativa di ambito europeo finalizzata alla promulgazione di una legge a tutela dell’embrione.

“Noi siamo creati dall’amore, che è un dono di Dio” ha affermato suor Elisabetta, che ha aggiunto: “Tutto è dono di Dio e tutto è vita. Abbiate un cuore nobile dentro di voi e cercate di dare il meglio di voi stessi in tutto quello che fate e farete. Spendete la vostra vita per un fine buono, affinché essa possa dare dei frutti. L’amore – ha aggiunto – è il dono più grande di tutt, ma va messo al servizio degli altri. Conservatevi puri e forti, nel corpo e nello spirito, pieni di speranza; perché voi siete la speranza del futuro”.

Suor Elisabetta ha quindi raccontato alcuni momenti significativi della sua esperienza di missionaria nella cittadina di Butea, nella Moldavia romena – una delle zone più povere della Romania – testimoniando anche quanto di buono è stato possibile realizzare, grazie agli aiuti che le sono arrivati, soprattutto dall’Italia. La religiosa, infine, ha voluto ricordare ai tanti ragazzi presenti la “potenza e l’importanza della preghiera e del rosario”.

Oggi la struttura assistenziale realizzata da suor Elisabetta riesce ad accogliere una trentina di bambini “orfani bianchi” (bambini educati dai parenti mentre i genitori sono all’estero) e circa 40 infermi, abbandonati dalle proprie famiglie, magari emigrate all’estero in cerca di ricchezza. “In una comunità di circa 5.000 persone – ha spiegato l’ospite – più di 1.200 sono emigrate in cerca di lavoro”.

Un’altra struttura, poi, avrebbe dovuto aprire in questi giorni, per fornire ospitalità a persone con disagi legati all’alcol, ma – come ha aggiunto la religiosa – il tutto è andato in fiamme meno di venti giorni fa, e le cause dell’incendio non sono ancora state stabilite.

L’intervento davanti alle personalità politiche della città, invece, è stato introdotto da Renzo Tettamanti, presidente della sezione locale del Movimento per la vita. Tettamanti ha sottolineato l’importanza, in un momento storico come quello attuale, di trovare un’integrazione con il prossimo e di avere rispetto per la vita di tutti, dai bambini, fin dal loro concepimento alla morte naturale.

AUTORE: Francesco Orlandini