Tanti ragazzi stranieri nelle nostre scuole

Esce il volume “Migranti involontari. Giovani stranieri tra percorsi urbani e aule scolastiche” in Umbria

Cresce in Umbria la presenza dei giovani stranieri. Giovani giunti nella nostra regione per scelta dei propri genitori, o nati in Umbria, dove sono cresciuti e frequentano le scuole con i nostri figli. L’Umbria è la regione italiana con il più alto numero di immigrati nella scuola primaria, mentre i minori nati in Umbria, o arrivati per ricongiungimento familiare alla fine del 2010, hanno raggiunto quota 21.124 rappresentando oltre un quinto di tutta la popolazione straniera residente in Umbria. A loro è stata dedicata una ricerca curata da Paola Falteri e Fiorella Giacalone, docenti dell’Università di Perugia, confluita nel volume Migranti involontari. Giovani “stranieri” tra percorsi urbani e aule scolastiche (Morlacchi editore), grazie al contributo della Regione Umbria. L’indagine fa parte di un più ampio progetto di ricerca d’interesse nazionale finanziato dal ministero dell’Università e della ricerca negli anni 2007-2008, coordinata da Matilde Callari Galli, realizzato nelle città di Bologna e Perugia da due distinte unità di ricerca. A livello umbro il lavoro è stato coordinato da Fiorella Giacalone. “La ricerca – scrivono nella premessa alla pubblicazione la Falteri e la Giacalone – ha tenuto conto di diversi materiali, metodi e tecniche d’indagine, partendo dall’osservazione partecipante per individuare i punti di aggregazione, le relazioni e gli spazi che per questi giovani appaiono significativi, procedendo poi con interviste, colloqui e focus group. L’indagine è stata condotta anche nelle prime classi di due istituti professionali di Perugia frequentati da un’alta percentuale di studenti immigrati, con un’équipe che per un certo periodo ha operato all’interno dell’istituzione tenendovi della attività laboratoriali”.

Nel primo contributo, che apre la prima parte del volume, si è proceduto a uno sguardo verso la città, alle politiche sociali e alle forme di associazionismo giovanile a cui molti giovani stranieri fanno capo, su cui possono fondare una propria appartenenza o trovare una rete di sostegno. Il secondo contributo si concentra sulla città di Perugia: si ricostruiscono i diversi insediamenti della popolazione straniera e la sua distribuzione nel tessuto urbano, giungendo alla conclusione che non vi sono quartieri etnicamente connotati ma piuttosto processi di mobilità e logiche residenziali che corrispondono alle varie fasi dell’inserimento. È stato inoltre approfondito l’aspetto etnografico urbano in relazione alla giovane comunità ecuadoriana, partecipando alle loro forme di aggregazione. Altra variabile indagata è stata quella religiosa, con particolare attenzione verso la presenza giovanile musulmana, per individuare confini di appartenenza o di esclusione, forme associative e pratiche religiose, uso del tempo libero, frequentazioni in città e consumi. La seconda parte è stata dedicata alla ricerca condotta presso due istituti professionali di Perugia. Tali indirizzi di studio hanno dovuto rapidamente sostenere la sfida di queste nuove presenze, “poiché vi si concentra la maggioranza degli adolescenti stranieri, ritenendo questo tipo di scuola più facile e più precocemente orientata al lavoro. Per loro è un’opportunità di emancipazione, ma è anche una prova difficile da sostenere, irta di ostacoli cognitivi, di relazioni complesse con i coetanei, con gli insegnanti e con le istituzioni”. In un’appendice finale vengono esaminati i dati sulla presenza degli allievi non italiani in Umbria e a Perugia, con particolare attenzione alla questione degli insuccessi e degli abbandoni ed alle responsabilità che gravano sulle istituzioni di fronte all’inserimento degli immigrati.

AUTORE: Manuela Acito