Terra Santa: esce l’inventario dei documenti medievali

Presentato a Perugia l’“Inventario della Custodia di Terra Santa”, a cura di Andrea Maiarelli
Inventario custodia terrasanta Fondo Procura generale “lavori in corso”
Inventario custodia terrasanta Fondo Procura generale “lavori in corso”

Sapore d’altri luoghi e d’altri tempi, e tuttavia il rinsaldarsi di un vincolo di prossimità, in quest’opera monumentale: L’inventario della Custodia di Terra Santa in Gerusalemme, a cura di Andrea Maiarelli, con testi introduttivi del curatore e di Narcyz Klimas e schedature di Tiziana Nandesi, Valeria Vestrelli e Maria Clara Cominacini. Quattro anni di lavoro, tre tomi per i tipi delle Edizioni Terra Santa: dopo la “prima” del 28 febbraio 2013 a Gerusalemme (in concomitanza con l’inaugurazione dei nuovi locali dell’Archivio), l’opera è stata presentata a Perugia il 10 maggio nella sala del Dottorato delle logge di San Lorenzo, per iniziativa congiunta dell’associazione culturale Beata Colomba da Rieti e della Deputazione di storia patria per l’Umbria, con il patrocinio dell’arcidiocesi, della Custodia di Terra Santa e della sezione umbra dell’Ordine del Santo Sepolcro.

Con il coordinamento di Paola Monacchia, presidente della Deputazione di storia patria per l’Umbria, sono intervenuti Giuseppe Caffulli direttore delle Edizioni di Terra Santa, Giovanna Casagrande dell’Università di Perugia, padre Narcyz Klimas ofm archivista della Custodia di Terra Santa, e il curatore Andrea Maiarelli.

“Ci sono luoghi, nel mondo, con i quali è possibile gettare ponti da qualunque posto; e Gerusalemme è senz’altro uno di questi”. Così ha esordito Maiarelli, buon testimone di tale concetto: storico e archivista, perugino per nascita e formazione (attualmente incaricato, fra l’altro, dell’Archivio e biblioteca capitolare di Perugia), la sua giovane età non gli impedisce di vantare un lungo curriculum extra moenia. Docente alla pontificia università Antonianum, vi ha incontrato p. Narcyz Klimas e da ciò è scaturito il progetto.

Istituita giuridicamente nel 1342 per le bolle di Clemente VI Gratias agimus e Nuper carissimae, la Custodia conserva residui della primitiva presenza francescana in loco sin dal 1230: lettere pontificie e documenti rilasciati da autorità musulmane appartenenti alla Provincia minoritica di Terra Santa, con sede in San Giovanni d’Acri fino alla definitiva sconfitta crociata del 1291.

L’Archivio della Custodia è dunque, chiarisce Maiarelli (i cui inventari fanno scuola oltre che storia), un “archivio di concentrazione”: oltre ai fondi dell’ente produttore, conserva documenti da strutture periferiche e realtà esterne. L’Archivio della Curia custodiale si suddivide a sua volta in partizioni, specchio del suo funzionamento oltre che delle sue attività.

Una di esse, l’Archivio del monte Sion, consta tra l’altro di 62 pergamene (in gran parte pontificie) e circa 200 “firmani” emanati da autorità islamiche (di cui è riproposto in anastatica, nel tomo I, l’inventario di p. Eutimio Castellani). Tale partizione si ferma al 1551: in quell’anno i frati vengono espulsi da quel convento dalle autorità turche. Nel 1559, spiega Maiarelli, la Custodia acquisisce, sempre a Gerusalemme, il convento di San Salvatore, che diviene la nuova sede. Particolare la documentazione relativa all’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme: registra equitum ma anche fascicoli di molti cavalieri, la cui nomina, dal Trecento fino al tardo Ottocento, spettava al custode di Terra Santa.

AUTORE: Isabella Farinelli