Anche quest’anno il tempio di S. Maria della Consolazione in Todi si è riempito di fedeli, accorsi anche dalle zone circostanti per celebrarne la dedicazione nel giorno in cui la chiesa ricorda la Natività della beata Vergine Maria. Alla solenne messa delle ore 18 – presieduta dal vescovo mons. Tuzia, concelebrata da diversi sacerdoti e animata dai cori delle parrocchie di Todi e Vasciano – hanno preso parte la Presidente della Regione, il Sindaco di Todi, il Presidente dell’Etab (ente proprietario delle chiesa) e le autorità militari.
Era il lontano 1508 quando l’allora vescovo di Todi, Basilio Moscardi, scelse il titolo cui dedicare il nuovo tempio che si stava costruendo in seguito a un fatto prodigioso avvenuto intorno all’edicola medievale che si trovava fuori le mura della città. Un povero operaio, cieco da un occhio, stava sistemando quel luogo quando, scorta un’immagine – piena di polvere – raffigurante Maria, non esitò ad usare il suo fazzoletto per ripulirla; con lo stesso poi asciugò il sudore sul suo viso, e subito l’occhio, ormai perduto, tornò a vedere. Mons. Moscardi, informato del fatto, diede all’immagine il bel nome di “Maria consolazione”. Maria continua a consolare noi suoi figli e a “rimuovere – ha sottolineato il Vescovo – le fragilità dalla nostra vita, che sono molte e che soprattutto segnano la nostra vita più profonda, la nostra vita relazionale”.
Mons. Tuzia, nell’articolata omelia, ha parlato del “compleanno” di Maria e della grande liturgia nel Cielo per questa festa; della sua straordinaria nascita (seguita a una “annunciazione”) da genitori che non erano in grado di generare; dell’ancor più straordinaria nascita di Gesù, Salvezza di Dio posta dentro questo nostro mondo: punto di approdo che viene attraverso Maria e mediante passaggi che comprendono anche persone con quei nomi “impronunciabili” che il Vangelo del giorno proponeva. “Dio – ha detto il Vescovo – entrando nella storia la attraversa completamente in tutte le generazioni e, passando, tutto recupera, perché tutto è prezioso davanti ai Suoi occhi e niente e nessuno può essere scartato”.
Ha poi ricordato quando il vescovo Grandoni, alle soglie del terzo millennio, riunì in questo tempio la Chiesa diocesana (da non molti anni c’era la diocesi di Orvieto – Todi, nata dall’unione di due realtà molto diverse) e nella celebrazione chiese a Maria il dono di una grande comunione. Ancora, ha accennato al Sinodo diocesano (1991 – 1999), voluto dallo stesso Grandoni, proprio per aiutare nel “cammino insieme”, nel rinnovamento delle strutture e soprattutto dei cuori. Proprio leggendo il documento sinodale, mons. Tuzia ha ritrovato due parole già destinate a essere il tema della prossima Assemblea diocesana del 21 settembre: “Àlzati e cammina”. Un segno evidente ed incoraggiante di continuità.
“Allora, questa sera – ha concluso – vogliamo mettere sotto lo sguardo di Maria, di questa nostra Madre, anche il cammino della nostra Chiesa. Ci auguriamo che sia un cammino sempre più segnato dalla comprensione, dall’amore, innanzitutto tra noi sacerdoti, tra le nostre comunità, ma soprattutto dalla comunione con Dio”. E con un nuovo impegno di evangelizzazione.