Tolkien ad Assisi, cinquanta anni dopo

Durante la sua permanenza nella città di san Francesco corresse la stesura finale de 'Il ritorno del re'

E’ senza dubbio un luogo comune parlare del successo delle opere di J.R.R. Tolkien (nella foto). Ma qualche anno fa, e nemmeno moltissimi, il professore di Oxford, in Italia, era praticamente un semisconosciuto e le sue opere circolavano al massimo in ristretti cenacoli di appassionati di fantasy, e in qualche ‘frangia marginale’ del mondo giovanile. Ma al di là delle apparenze, nel nostro paese, è stata colta innanzitutto, dalle giovani generazioni, la parte più interna, il messaggio esistenziale che l’autore ha voluto trasmettere tra le righe dei suoi romanzi e che ha esplicitato chiaramente nel suo saggio ‘Sulle fiabe’ (apparso in italiano nel volume Albero e Foglia). La visita che lo scrittore fece ad Assisi 50 anni or sono, manifesta anche qualcosa della sua quasi connaturalità temperamentale con lo spirito francescano. Abbiamo a disposizione una sua lettera scritta allora a Christopher e Faith Tolkien il 15 agosto 1955. Tolkien, con sua figlia Priscilla, visita l’Italia dalla fine di luglio a metà agosto: ‘Sono ancora sbalordito dagli affreschi di Assisi. Dovete venirli a vedere. Siamo arrivati durante la grande festa di santa Chiara alla vigilia dell’11-12 agosto. Santa Messa cantata dal cardinale Micara con trombe d’argento all’elevazione! Sto tenendo un diario. Sono innamorato dell’italiano, e mi sento abbandonato senza la possibilità di parlarlo! Dobbiamo continuare a studiarlo’. Mentre era ad Assisi, ricevette le bozze per le correzioni finali de ‘Il ritorno del Re’, terza ed ultima parte de ‘Il Signore degli Anelli’, il quale venne pubblicato nel mese di ottobre di quello stesso anno. Sua figlia Priscilla ci ha scritto che suo padre amava anche ritirarsi in preghiera a San Damiano e a San Pietro. ‘Entrambi fummo commossi da quell’esperienza … ricordo le processioni nelle strade, gente in costumi medioevali e un gran suono di trombe, che entrambi abbiamo trovato molto eccitante. Penso che mio padre fosse commosso dalla grande bellezza e dall’atmosfera spirituale del posto, anche se già allora il turismo stava cominciando a minacciare il tutto, e penso che mio padre fosse rimasto scosso nel vedere che la chiesa Superiore della basilica era un museo d’arte per quanto meravigliosi fossero i quadri di Giotto e che non vi veniva più tenuto alcun servizio. Per contro egli amava la chiesa Inferiore ed è stato profondamente commosso dalla chiesa di San Damiano. Da un punto di vista devozionale avvertiva una gran pace nella chiesa di San Pietro con la sua assenza di grandi tesori d’arte e quindi di visitatori’. Nella stessa lettera Priscilla scriveva di non aver: ‘mai sentito mio padre discutere dettagliatamente sulla spiritualità di san Francesco, ma forse una sorta di semplicità e calore che noi associamo al santo facevano particolarmente presa su questi lati della sua stessa natura…’. Tolkien è diventato un fenomeno culturale a livello mondiale. Per questo abbiamo ritenuto che ne valesse la pena ricordare questo anniversario del suo viaggio in Italia e ad Assisi in particolare. Un convegno celebra l’anniversarioMezzo secolo dopo la visita dello scrittore, la Società Tolkieniana italiana ha organizzato per il 4 e 5 giugno a Santa Maria degli Angeli, presso la Casa Frate Jacopa, un incontro dal titolo: ‘Tolkien ad Assisi – 50’della sua visita e del ‘Ritorno del Re’ – mezzo secolo di fascino crescente’. Nella giornata di sabato, interventi e relazioni sull’autore de ‘Il Signore degli Anelli’; per la domenica è prevista anche una passeggiata sul monte Subasio con visita all’Eremo delle Carceri. Per informazioni: info@tolkien.it

AUTORE: Fr. Guglielmo Spirito, ofm