“Siamo ad Amman in ottime mani, in attesa di un volo per rientrare in Italia”. È il commento rassicurante rilasciato a La Voce, nella serata di oggi 13 giugno, da parte dell’arcivescovo di Lucca mons. Paolo Giulietti, che si trovava da alcuni giorni in Terra Santa per un “pellegrinaggio di vicinanza e solidarietà” insieme ad altri confratelli vescovi della Toscana.
Da Gerusalemme ad Amman i vescovi toscani in attesa di rientrare a casa
Mons. Giulietti, già vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, nato nel capoluogo umbro sessantuno anni fa, ha voluto rassicurare anche attraverso il nostro settimanale i tanti amici perugini e umbri a seguito delle preoccupanti notizie che iniziavano a giungere dalle prime ore di questa mattina dal Medio Oriente, dopo l’attacco d’Israele all’Iran.
Il gruppo di vescovi toscani guidato dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Cet, assistito dai frati francescani della Custodia di Terra Santa, ha lasciato Gerusalemme, in mattinata, e raggiungere Amman, capitale della Giordania, nel pomeriggio, dove si trova in attesa di far rientro a casa appena possibile.
Situazione molto tranquilla fino a questa mattina
Attraverso una nota stampa dell’Arcidiocesi di Lucca, mons. Giulietti precisa che “nei tanti incontri vissuti in questi giorni tra Gerusalemme e Betlemme abbiamo condiviso la situazione di difficoltà che la comunità cristiana attraversa in questo periodo di guerra, soprattutto nella componente palestinese.
Ma non abbiamo fatto esperienza di nessuna particolare difficoltà, di nessuna particolare tensione, in nessun posto. Quindi la situazione fino a stamani era molto tranquilla e molto incoraggiante per quello che riguarda la possibilità di effettuare pellegrinaggi in questi posti, dove ne hanno estremamente desiderio e anche bisogno”.
Crisi israelo-iraniana, molto preoccupante questa nuova escalation
Riguardo alla crisi israelo-iraniana, mons. Giulietti commenta: “L’ulteriore sviluppo della situazione internazionale fa molto preoccupare e nessuno sa dove esattamente porterà questa nuova escalation del conflitto.
Ma d’altra parte tutta questa situazione di conflitto è priva di prospettive ragionevoli. Penso allora che davvero dobbiamo affidarci alla preghiera perché tutti quelli che hanno responsabilità non solo, diciamo così, ritornino in sé.
Ma si domandino anche dove portino le strade che hanno intrapreso e che fanno intraprendere ai loro popoli”.