Tutto un gioire di bambini intorno all’altare con il Vescovo

Il 4 febbraio si è celebrata in cattedrale la Giornata per la vita

Prima domenica di febbraio: Giornata diocesana della vita. E’ stata celebrata in San Gregorio a Spoleto, la chiesa che, proprio sotto il portico, a sinistra entrando, è la cappella degli Innocenti, la quale è affrescata a ricordo del terribile fatto denunziato nella seconda metà del Duecento, dal vescovo Accoramboni, guidato da una luce misteriosa nella notte, fino ad un pozzo colmo di cadaveri di bimbi. Bimbi scomodi, di cui ci si libera! E’ una strage che dopo otto secoli continua a imperversare, anzi va moltiplicandosi: 50 milioni di aborti all’anno nel mondo, e nessuno scende in piazza a urlare la protesta. “I più poveri dei poveri”, così madre Teresa di Calcutta definiva i bimbi non ancora nati. Norma Mc Corney, che sotto lo pseudonimo di Jane Roe aveva provocato nel 1973 la decisione della Corte Suprema degli Usa di sancire il diritto della donna all’aborto, venti anni dopo, nel 1995, volle impegnarsi nella riparazione, partecipando alle varie campagne antiabortiste. “Adesso sono convinta che l’aborto è sbagliato. Ritengo che quello che ho fatto è proprio tutto sbagliato. Per recuperare voglio dedicarmi a salvare i bambini”. Cosa può fare la Chiesa se non richiamare al comandamento dell’amore e della vita, colpendo di scomunica i colpevoli anche semplicemente di collaborazione? Ma dicendo Giornata della vita, intendiamo parlare della vita in ogni sua fase, dal concepimento alla morte: anche anziani, infermi, malati terminali, fame nel mondo ed eutanasia, puntando in modo tutto particolare sulle provvidenze dei governi a favore della vita, ma non dimenticando il volontariato e la stessa riforma sanitaria. E, naturalmente, il Codice stradale, per cui a Spoleto salutiamo con particolare favore le nuove norme contro le corse su strada, che danno finalmente risposta alla battaglia iniziata tre anni fa dal comitato Omar Cialucco, ricordando gli incidenti mortali sulla via Flaminia o la strada per Acquasparta: la giovane Cristina di appena 27 anni, in attesa di un bambino, o Marco, due anni e mezzo fa, alla vigilia della laurea in Scienze bancarie. Ma l’elenco sarebbe ben più lungo. La Messa in san Gregorio è stata presieduta dall’arcivescovo mons. Fontana, il quale ha voluto che a parlare fossero gli stessi bambini, già con la loro vivacità, i canti, le risposte corali al celebrante, lungo tutta l’azione liturgica. Affollatissima la chiesa, canti scout, intreccio di mani al Padre Nostro, abbracci a non finire alla pace. Corone di bambini e bambini attorno all’altare, occhietti che sprizzavano una contentezza inimmaginabile. Una Messa seguita passo per passo, spiegata dal Vescovo stesso, un’omelia che è stata tutto un colloquio da padre a figlietti. E, in chiesa, l’assenso gioioso dei papà, delle mamme, dei nonni. Che bello! Le letture del giorno erano imperniate su Isaia “eccomi manda me”, su Paolo “apparve anche a me, come a un aborto”, su Pietro “sarai pescatore di uomini”. Ognuno chiamato a fare la sua parte, piccola o grande che sia, nella vita e per la vita. Anzitutto i genitori: senza di loro, chi accenderebbe la vita? Chi darebbe il nutrimento, chi la guida? “La cosa più importante: che ci siano le famiglie”. Costruire la famiglia è faticoso: senza l’aiuto di Dio non ce la si fa. Ma lui lo dà! Ci sono naturalmente anche altri ruoli: così i ministri sacri: e a questo punto il Vescovo prende per mano un diacono e un sacerdote, si pone al centro e si offre ai bambini: è l’Ordine sacro. Che fa un diacono, che cosa un prete, che cosa un vescovo? Il Vescovo particolarmente ha il compito di fare unità nel suo popolo, un corpo solo, un’anima sola. Questa è la chiesa con i suoi ministri, che vuol dire “Servi”. Tutti dunque al servizio. L’uomo nasce proprio per questo, per porsi al servizio nel segno della pace: ogni uomo, e quindi già oggi ogni bambino che va preparandosi al domani. I bambini ne hanno seguito con interesse immenso, hanno battuto le manine col canto, e alla fine sono venuti tutti dal Vescovo per ricevere un palloncino, con tanto di cicogna, e poi un gruzzoletto di caramelle e cioccolatini con un biglietto di vita.

AUTORE: Agostino Rossi