Uccidete il mostro

Abat jour

È sera tardi, domattina devo spedire, magari incartata col giornale, la mia settimanale abat jour a chi di dovere. Ma non ne ho voglia, perché m’ha beccato l’abbiocca, un’abbiocca di quelle che ti stroncano, inoculandoti nelle ossa una specie di accidia impalpabile e sottilmente angosciosa. Ce l’avevo addosso già dall’ora di cena. Di mezzo c’è anche la cattiva digestione: la frittata rognosa ai 67enni andrebbe vietata per legge. Ma chi l’ha scatenata, l’abbiocca, è stata la Tv tra le 20.58 e le 21.02, quando m’è piombato addosso uno tsunami di pubblicità, e ho silenziosamente gridato: ‘Uccidete il mostro!!’, e subito è dilagata l’abbiocca. Il mostro della pubblicità. Uccidete il mostro! Ovunque spot a raffica, dalle Tv commerciali e da quelle pubbliche ormai omogeneizzate. Ovunque sorrisi patinati e precompressi. A raffica. Uccidete il mostro! E due spot su tre accennavano al Natale che bussa alle porte, e consigliavano questo o quell’altro, articolo, tutti necessari a renderlo più lieto, più vivace, più vivibile, più… Natale. Ma che abbiocca, amici miei! L’abbiocca e la voglia di parlare col cuore in mano a voi, miei 16 fedelissimi lettori. 16, sedici diconsi sedici, tanti siete rimasti, non uno di più: lo dice l’ultimo sondaggio commissionato da don Elio a un suo amico che ha lavorato con Mannheimer, e oggi è in pensione, e per uscire dalla palude dei sondaggi elettronici è tornato ad usare il pallottoliere in legno di ciliegio; tra i suoi clienti c’è anche l’ultimo Berlusconi, quello che, con il sorriso a 42 denti, sta rimontando a grandi falcate (parola di pallottoliere!!) il gap tra CdL e Unione; ieri eravamo 47 a 47 (morto che parla a morto che parla), oggi 48 a 48 (morto che ha parlato a morto che ha parlato). Voglio comunicare ai miei 16 lettori il dubbio di stasera, grande come una casa abusiva: ma’ contro il mostro stiamo smettendo di combattere? Non è che ci siamo rassegnati a che i suoi sorrisi patinati e precompressi stritolino anche il Natale? ‘La messa è finita, andate all’Ipermercatone di via Garibaldi’: a quando l’alternativa al frusto e démodée ‘Andate in pace’? Nel 2003 la rivista Città Nuova pubblicò (nel numero 15/16) un’intervista ad un certo Frédéric Beigbeder, probabilmente un pubblicitario pentito, che diceva: ‘Sì, io sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l’universo. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma’. Nello stesso numero Richard P. Feynman, premio Nobel per la Fisica, asseriva: ‘La pubblicità è un modo scientificamente immorale di presentare i prodotti. È una im-moralità tanto diffusa che ormai vi abbiamo fatto l’abitudine e non la consideriamo più una cosa negativa’. Esagerano? Esagero? Colpa della frittata rognosa? Il mostro sarebbe felicissimo di sentirvelo dire.

AUTORE: Angelo M. Fanucci