Umbria contemporanea: i tanti volti della religiosità

Il nuovo numero, doppio, della rivista 'Umbria contemporanea' affronta il tema della religiosità

È uscito ed è stato presentato al pubblico ad un incontro presso la sede della Regione dell’Umbria il n.10-11/dicembre 2008 della rivista Umbria contemporanea. Rivista di studi storico-sociali diretta da Raffaele Rossi, nei suoi sei anni di vita ha trattato molteplici aspetti della vita della regione, di carattere sociale, culturale ed economico. In questo numero doppio, un volume monografico di ben 334 pagine, ha affrontato il tema della religiosità: ‘Ripensare l’Umbria: la religiosità’. Questa scelta, ha scritto nella presentazione il Direttore, ‘si colloca all’interno di quell’assunto fondamentale di riflettere sulla storia dell’Umbria, del suo percorso sociale e della pluralità delle culture’ Religiosità intesa come prospettiva trascendente, ricerca di un ‘totalmente Altro’ non necessariamente legato alle diverse religioni storiche, e che si pone al confine tra la spiritualità e le sue implicazioni sociali’ (p. 6). Questa apertura ha creato lo spazio per la testimonianza, culturale ed esistenziale insieme, del prof. Crespi, sollecitato dalle domande di Montesperelli, su religione e modernità. Il resto della rivista, o almeno la gran parte degli articoli riguardano necessariamente la Chiesa cattolica nelle sue diverse manifestazioni. Il mondo cattolico regionale dovrà, a nostro avviso, prendere in mano la rivista e confrontarsi con l’immagine che ne risulta, anche perché contiene liberi interventi e studi che possono giovare per l’autocoscienza stessa delle otto Chiese sorelle dell’Umbria. Interessante e attuale a questo proposito, ad esempio, l’articolo sulle Chiese umbre di fronte al Concilio Vaticano II, di Mario Tosti. Nel corso della presentazione nella sede regionale don Fausto Sciurpa, intervenendo, ha approfondito e problematizzato la parola ‘religiosità’, domandandosi perché si usi questa categoria e non quella ad esempio di religione o di sacro o altro, e perché si torni comunque a parlare di ciò che ha riferimento ad una prospettiva di trascendenza. Egli ravvisa la risposta nella crisi antropologica attuale, per la quale l’uomo si sente smarrito, incapace di ritrovare un baricentro alla sua esistenza, in difficoltà a enucleare principi etici condivisi, ed inoltre fragile di fronte alla complessità del mondo attuale. Ha analizzato poi forme di religiosità descritte nella rivista, intese come risposte al bisogno di protezione o di dare senso all’esistenza e fondamento a compiti di impegno sociale, per concludere che storicamente la religiosità in Umbria ha trovato e trova risposta nelle religioni storiche e in particolare, nell’Occidente, nella forma del cristianesimo e cattolicesimo. ‘Le istituzioni religiose – ha affermato – hanno un grande compito, quello di coltivare e dare concretezza all’istanza religiosa costitutiva, per non disperderne le potenzialità e non incorrere in derive irrazionalistiche, aperte ad ogni abuso’. Ha notato anche che la religione è una risorsa non solo sul piano personale ma anche su quello pubblico, soprattutto spingendo e motivando le persone alla solidarietà, al rispetto reciproco, al volontariato, all’impegno per la giustizia e la pace. Nella rivista vi sono studi anche di interesse immediato perché inediti, quale i due articoli sull’arte di Chermaddi e De Poi, la storia del Centro ecumenico San Martino, Le minoranze religiose in Umbria di Ciocca, l’intervista alla pastora valdese Cathrin Zanetti. In tutto il volume forse mancano aspetti di ordinaria vita della Chiesa: quella delle parrocchie e delle liturgie, processioni, manifestazioni, bollettini parrocchiali, un tutto ordinario segnato dalla quotidianità che poteva essere ripreso nella stampa cattolica locale, come il settimanale che riporta questo articolo e che ha ben cinquantacinque anni di vita, senza interruzioni. L’impegno, tuttavia, di Umbria contemporanea e del suo direttore è certamente meritevole di gratitudine e stima da parte dei cittadini della regione.

AUTORE: E. B.