Umbria laboratorio politico, ma se così è’

La situazione politica regionale

L’Umbria ‘laboratorio politico’ rispetto al quadro politico nazionale: è un ritornello che si ascolta da qualche decennio. Di recente un po’ meno, a causa probabilmente di un panorama politico italiano in continuo movimento, tra discorsi del Predellino e programmi del Lingotto. In questi ultimi mesi, dire che l’Umbria è tornata ad essere laboratorio per la politica, nel senso dell’anticipazione e della riproduzione in scala ridotta di tendenze più vaste, potrebbe suonare quasi come un sinistro presagio. Al livello istituzionale più elevato, quello della Regione, la tendenza umbra è un esempio classico di come l’assemblea elettiva, il Consiglio, abbia gradualmente ma inesorabilmente perso terreno (una delle sue ultime sedute è durata poco più di due ore) rispetto ad un Esecutivo che può contare su un presidente eletto direttamente dai cittadini. Si è provato, con l’ultima riforma statutaria, a mettere pesi e contrappesi, ma il disagio delle minoranze per passaggi consiliari sempre meno significativi, a vantaggio delle decisioni dell’Esecutivo, non sembra allentarsi. Si dirà: però c’è la ‘governabilità’. Giustissimo: solo che in certi momenti (come può essere quello attuale, di crisi economica conclamata) potrebbe essere più utile, per tutti, dare corpo a scelte maggiormente ragionate e frutto di un confronto più serrato e fruttuoso tra maggioranza ed opposizione. Perché non è detto, tra l’altro, che la qualità dell’azione politica di una maggioranza e di un’opposizione si debbano misurare per forza dal ‘timbro’, unico ed esclusivo, che mettono sulle scelte e sulle azioni che portano avanti. Tra l’altro, per una Presidente di Giunta che, dal 2000, ha puntato molte delle fortune del suo esecutivo e della maggioranza su un ‘Patto’ che cerca di perseguire la logica del ‘fare sistema’, rinunciare a priori (come spesso succede in Consiglio) all’eventuale apporto delle opposizioni sembra concretizzarsi come una contraddizione in termini. Sul versante opposto, quella stessa opposizione (che da decenni in Umbria è di centrodestra) non sempre ha trovato lo spunto necessario (ed il coraggio politico) per esondare positivamente dal proprio ruolo, dimostrando di avvertire come più politicamente ‘pagante’ il ricorso, classico e scontato, alla protesta tout court. Questo stesso centrodestra per migliorare la propria azione non dovrebbe fare altro che prendere spunto da quelle situazioni, come al Comune di Assisi, dove governa da tempo senza troppi proclami ma con molti fatti concreti. Il panorama istituzionale umbro, dunque, al suo massimo livello rimanda (come ‘laboratorio’, appunto) ad una situazione del Parlamento nazionale che, cambiando le ‘maglie’ indossate da maggioranza e opposizione, non sembra discostarsi di molto. Idem dicasi per lo scenario più strettamente politico. Il Partito democratico dell’Umbria sembrava, nell’esordio elettorale dell’aprile scorso, essere nato sotto auspici addirittura migliori del Pd nazionale. Almeno a guardare l’ottimo risultato in termini di consensi: consensi che, visto quel che è avvenuto dopo poche settimane in termini di litigiosità interna, si potrebbero interpretare più come ‘elemento di risulta’ del consenso dei Ds e della Margherita che come appannaggio originale del nuovo soggetto. Che potrebbe faticare non poco a mantenerli, quei consensi, ai prossimi appuntamenti elettorali, se non si obbliga a comportamenti interni maggiormente consapevoli della fase politica che esso stesso sta attraversando. Nel centrodestra, il nascente Pdl non sta meglio in Umbria. E se la situazione umbra di questo partito dovesse essere propedeutica ai destini di quello nazionale, non c’è da stare tranquilli per chi ne fa parte o lo vota, impantanato com’è nelle secche della scelta delle candidature per le prossime amministrative. A Perugia è venuto il ministro Andrea Ronchi a dire che ‘per il candidato a sindaco bisogna scegliere chi può vincere’. Poi per Forza Italia è arrivato il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, e ha detto, più o meno, la stessa cosa. La matassa non si è dipanata, e il 2009, a destra e a sinistra, si annuncia ricco di colpi di scena, per il ‘laboratorio’ umbro. Daris Giancarlini

AUTORE: Daris Giancarlini