Umbria, oasi europea di spiritualità

Non ci si vuole soffermare ancora a sottolineare le radici cristiane dell’intera Europa, che ne segnano l’identità. In questa Europa, che non si vuole che abbia soltanto sviluppo e aspirazioni di ordine economico, l’Umbria ha un volto da presentare e una missione da compiere. Che l’Umbria sia l’oasi spirituale d’Europa! Lo sia e sia riconosciuta tale. Viva e sviluppi questo suo volto a favore dell’Europa intera. È superfluo ricordare Francesco, il santo che è di Assisi, ma le sue orme si ritrovano ovunque in Umbria. Nel passato, ma ancora nella sensibilità degli umbri di oggi, sia che si professino cristiani o no (si ricordi Capitini), nella mentalità dell’uomo della strada e della gente “comune” dell’Umbria. Tale peculiare connotazione dell’Umbria emerge anche dai grandi eventi, che – pur rimanendo umbri – ne sorpassano i confini. Sono eventi sia a livello ecclesiale (come la presenza di Giovanni Paolo II con gli incontri ecumenici), che sociale (come le annuali marce della pace). Un altro personaggio emblema della spiritualità della terra umbra, dalla quale ha succhiata la linfa e alla quale ha contribuito a dare fisionomia, è il santo di Norcia, Benedetto, le cui orme ben travalicano i confini dell’Umbria. È il Patrono dell’Europa intera. Insieme a Francesco e Benedetto, quanti e quante sarebbero da ricordare. Sono sorti in una terra e in un popolo, che li hanno segnati e che hanno segnato indelebilmente. Rita, la santa di Cascia, Chiara di Assisi, Angela a Foligno, Colomba a Città di Castello, Lucia a Narni, Scolastica a Norcia. È umbra anche Margherita a Cortona. E si dovrebbe continuare. Guai, però, a sembrare “passatisti”. Ancor oggi l’Umbria non ha cessato di vivere e testimoniare spiritualità rinnovata, legata alle sue radici: Madre Speranza a Collevalenza, Carlo Carretto a Spello. In Europa non esiste un “concentrato” di spiritualità come l’Umbria, sia nelle vestigia delle sue città (e delle sue campagne e delle sue colline), sia nell’esemplarità della sua gente, sia nell’accoglienza che comunità e monasteri possono offrire, a chi – consapevole o no – è in ricerca di spiritualità, sia egli pellegrino o turista. Dà compiacimento che una città d’Italia sia stata dichiarata in Europa la capitale della buona alimentazione, e un’altra lo possa essere della cultura e dell’arte, o del mare pulito o dei boschi più verdi o dello sport, o un’altra aspiri ad essere il luogo della firma della Costituzione europea. Questa volta non si propone una città, ma una regione perché sia riconosciuta “Oasi europea della Spiritualità”: l’Umbria. Lo si scrive per orgoglio? Forse un tantino, sì. Per ottenere business economico? Oppure un riconoscimento ad una storia del passato? No, certo. Il motivo è di fondo. È l’Umbria stessa, innanzitutto, che è chiamata a riconoscere e a sentire le responsabilità di un dono del quale Dio l’ha dotata. Il carisma della spiritualità l’Umbria lo ponga a servizio dell’Europa intera. Siano le chiese dell’Umbria, e quanti si dichiarano esplicitamente cristiani, a rendersi consapevoli di tale carisma. Anche l’Umbria “laica”, che si esprime nelle istituzioni regionali e locali, nei paesi sparsi nelle pianure e nelle colline, anche nei luoghi del lavoro e delle industrie, nelle scuole, ritrovi nella spiritualità il suo volto più autentico, la propria vocazione da vivere, da testimoniare, da diffondere. Anche tra i deputati europei. Ecco, allora, l’appello-proposta che ai deputati europei, ora eletti, si vuole rivolgere. In particolare a coloro che sono stati eletti nelle circoscrizioni del Centro Italia, anche col voto degli elettori umbri. Che l’Europa scopra un suo cuore spirituale in una terra che ne sia il suo simbolo. L’Umbria è chiamata, può e deve svolgere il servizio di essere e divenire l’Oasi di spiritualità dell’Europa.

AUTORE: ' Franco Gualdrini