Sabato scorso presso il salone gotico del Museo diocesano è stato presentato il libro Il Tesoro di Canoscio di Marco Aimone (Monumenti antichi 72, volume XVIII, Accademia nazionale dei Lincei – Giorgio Bretschneider editore, Roma 2015) alla presenza dell’autore, giovane studioso di Biella già affermato nel panorama internazionale degli studi sulle oreficerie tardo-antiche e proto-bizantine.
Dopo i saluti istituzionali di mons. Domenico Cancian e di Michele Bettarelli, assessore alla Cultura di Città di Castello, gli interventi hanno consentito di cogliere appieno l’importanza dei pezzi del Tesoro conservato nella sala I nel Museo diocesano.
Aimone ha iniziato il suo studio nel 2008 con approfondimenti e parallelismi con altri corredi liturgici o domestici conservati in Italia, ma anche all’estero, e un’importante ricerca d’archivio che ha permesso di individuare pezzi gemelli conservati in Germania.
Di tali novità è stato anticipatore il prof. Corrado Rosini, storico dell’arte e già funzionario delle Belle arti della Regione Toscana, che nel 2011 ha pubblicato una monografia sul Tesoro (edita da Petruzzi).
Rosini ha individuato la presenza di due pezzi gemelli, un piatto e un cucchiaio conservati al Bode Museum di Berlino, e Aimone altri quattro, oggi in diversi musei tedeschi (due cucchiai a Magonza, un altro a Colonia e un piatto di Meleagro a Monaco).
Giuditta Rossi della Soprintendenza belle arti e paesaggio dell’Umbria ha ricostruito le vicende del ritrovamento avvenuto in modo fortuito a Canoscio il 12 luglio 1935 quando un contadino, Giovanni Tofanelli, con il vomere dell’aratro urtò i pezzi seppelliti sotto terra.
Dopo la presentazione è stata inaugurata nella sala I del Tesoro la mostra storico-documentaria che rimarrà aperta fino al 31 dicembre, con foto e documenti inediti dell’Archivio capitolare di Città di Castello che hanno messo in evidenza i termini delle dispute dell’epoca condotte con tenacia dall’allora vescovo Filippo Maria Cipriani e i ministri dell’Educazione nazionale C. Maria de Vecchi e Giovanni Bottai.
Il Tesoro (concesso al vescovo e alla cattedrale il 5 settembre 1940) è un documento unico sull’origine della cristianità a Città di Castello. Il corredo ha sollevato grande interesse nel mondo dell’archeologia e della storia dell’arte, considerato unico per numero di pezzi, tipologia e simbologia. Ancora molti sono però i dubbi e gli ambiti di ricerca da indagare per consentire una giusta ricostruzione del conteso storico-sociale economico e religioso nel quale i pezzi sono stati prodotti, utilizzati e poi nascosti.