Un cuore pieno di gioia

Gubbio. La piccola Agnese supera con successo - un miracolo? - il difficile intervento cardiaco

Agnese: una bella pagina di solidarietà e di fede sulla quale riflettere e meditare, con serenità ed attenzione. Agnese è una bimba eugubina di 7 anni che la città ha adottato per permetterle di risolvere i suoi problemi fisici con un intervento chirurgico di alta chirurgia possibile in una clinica specializzata statunitense. La tenacia dei genitori, la disponibilità delle istituzioni, la mobilitazione degli eugubini grazie alla sollecitazione realizzata con una molteplicità di iniziative, l’hanno aiutata a salire sull’aereo per affrontare il viaggio della speranza. L’evolversi dalla vicenda, al centro anche di veglie di preghiera svoltesi in alcune chiese cittadine, sta per fortuna andando nella direzione giusta. È perfettamente riuscito, infatti, il secondo intervento con il quale l’équipe degli specialisti del Children’s Hospital di Boston, coordinata dal cardiochirurgo Pedro Del Nido, ha “riparato” una volta per sempre quel difetto congenito al cuore che non ne consentiva una normale funzionalità, compromettendone quindi il futuro. “D’ora in poi, a convalescenza conclusa, potrà andare anche in bicicletta!”, hanno commentato i medici richiamando uno dei grandi desideri dei bambini. Agnese era rientrata in quella sala dalla quale era uscita appena poche ore prima contraddicendo clamorosamente tempi e previsioni formulate dopo l’atto operatorio sostenuto il 1° novembre. Aveva potuto essere soltanto preparatorio di uno successivo e definitivo: ai sanitari si era presentata infatti una situazione più complicata rispetto alle previsioni. Del Nido ed i suoi assistenti avevano provveduto ad inserire nel ventricolo malformato un ausilio medico la cui azione meccanica avrebbe dovuto mettere le condizioni per la successiva e definitiva riparazione chirurgica “lavorando” però per almeno sei ed un massimo di venti mesi. Prospettive ed ipotesi sono saltate sotto la spinta di una circostanza che induce più di uno a parlare, seppur con grandissima cautela, di “miracolo”. Di sicuro la scienza medica ha dovuto prendere atto con una certa sorpresa, senza inseguire per ora lo stimolo di una spiegazione completa, di un evento che ha cambiato i tempi che la chirurgia si era data. A cambiare il corso della diagnosi, in tanti ne sono sicuri, una piccola immagine del patrono eugubino sant’Ubaldo e della Madonna infilata – un gesto di affidamento ed invocazione – tra le mani di Agnese, distesa sul lettino tra tubicini e flebo, immobile sotto l’effetto di una sedazione robusta. Quasi scossa da un fluido misterioso ha aperto gli occhi, inducendo il personale a ristabilire la situazione con occhiatacce a quanti avevano violato consegne rigide. La successiva visita dei sanitari ha dovuto prendere atto che il ventricolo, a sorpresa, era pronto per l’intervento poco prima previsto tra molti mesi. Un controllo ripetuto ed ancora più approfondito e la decisione di completare ora quello che doveva essere fatto tra una ventina di mesi. Di nuovo il ritorno in sala operatoria, il ricovero in rianimazione con quell’“ora può andare anche in bicicletta” pronunciato dai medici per dire che, a convalescenza conclusa, Agnese non sarà più condizionata nei giochi, nei movimenti, nell’attività. Sarà come tutte le altre bambine, grazie ad una sinergia che richiama e ripropone parametri da portare ad esempio. La tenacia dei genitori e dei familiari, il coinvolgimento di una intera città e per ultimo, ma soltanto in ordine di tempo, quel mettersi nelle mani di sant’Ubaldo e della Madonna; a restituire il sorriso ad Agnese hanno contribuito con pari merito l’abilità di Del Nido, la sensibilità dei suoi concittadini che ha avuto al suo fianco, ancora una volta, per chi ci crede, il paterno coinvolgimento del Patrono, mai “neutrale” quando “i suoi figli” hanno bisogno.

AUTORE: Giampiero Bedini