Un doposcuola così c’è solo a Riosecco

Compie 40 anni l’iniziativa creata da don Achille Rossi nel 1971

Era il 1971 quando don Achille Rossi fondò, nella parrocchia di Riosecco, un doposcuola per i ragazzi del quartiere: un posto dove i giovani potessero non solo studiare, ma soprattutto incontrarsi, dialogare, realizzare attività nuove ed educative… crescere insieme, essenzialmente, condividendo tutto questo nella quotidianità. Un posto che fosse aperto a tutti, senza differenze di sesso, religione, cultura; aperto anche a coloro che nella società vengono a volte considerati “diversi” e che sono stati invece una ricchezza per chi ha potuto vivere il doposcuola insieme a loro. Sono passati 40 anni da quel settembre del ’71 e il doposcuola è ancora lì: ogni giorno tanti ragazzi, dagli undici ai diciott’anni, portano avanti quest’esperienza, che – come molte volte ha ripetuto don Achille rifacendosi a Paulo Freire – non è una scuola dove ci sono il precettore e l’alunno, ma un educarsi l’un l’altro, grandi e piccoli, “con la mediazione del mondo”. Ancora oggi si legge insieme il giornale, si discute su ciò che sta a cuore ai ragazzi, si coltiva l’orto e si preparano le recite in dialetto per le feste di Natale. Ancora oggi, nonostante i tempi siano cambiati ed avere a che fare con gli adolescenti risulti sempre più difficile, ci si sforza di portare avanti questo percorso comune. Domenica 2 ottobre, perciò, il doposcuola ha festeggiato il suo quarantesimo compleanno, riunendo tanti di quelli che hanno vissuto quest’esperienza, perché potessero trascorrere tutti insieme una giornata ricca di ricordi e riflessioni. La festa si è aperta alle 15 con un incontro in cui si è discusso insieme su ciò che per ognuno dei presenti è stato ed è tuttora il doposcuola, grazie agli spunti di alcune persone, esperte nel campo dell’educazione e della psicologia e da anni vicine a don Achille e all’esperienza educativa da lui intrapresa. È stato un momento importante, che ha fatto emergere quanto l’essere cresciuti all’interno di questo contesto abbia lasciato di indelebile nei presenti, nelle strade che hanno scelto o semplicemente nel loro modo di approcciarsi alla vita e di relazionarsi con gli altri. In seguito, dopo la proiezione di un video con tante immagini di questi quarant’anni, c’è stata la cena e una “cantata” intorno al fuoco, come si fa ad ogni campeggio che si rispetti. Ecco che persone che non si frequentavano da tanto hanno potuto incontrarsi e rievocare tutti i momenti passati insieme, i fatti più esilaranti, le gite, i soprannomi, le attività quotidiane che li hanno accompagnati negli anni fondamentali, quelli dell’adolescenza. Ed ecco che anche appartenenti a generazioni diverse hanno potuto conoscersi, scoprire che, nonostante la differenza dei tempi e dei contesti in cui hanno vissuto quest’esperienza, essa li lega e li accomuna in qualcosa di grande e fondamentale: l’amicizia che nasce nel condividere le piccole cose, la gioia che viene dalla relazione. Quella tensione costante verso l’altro, che il doposcuola ha lasciato impressa in chi l’ha vissuto in profondità, non imponendola, ma essendone testimonianza.

AUTORE: L. N.