Un evento grandioso che ha sicuramente lasciato il segno

Orvieto / Giubileo: i tanti pellegrinaggi alimentano la speranza di numerosi frutti

Il giorno dell’Epifania, alle ore 10.30 in Duomo, ad Orvieto, il vescovo mons. Decio Lucio Grandoni, chiuderà l’Anno giubilare e la Porta santa. E così il grande Giubileo del 2000 passerà alla storia. Un’anno di ravvedimento e di grazia che lascerà, sicuramente, in più di una coscienza un segno indelebile, ma in tutti i cristiani la gioia di averne tratto profitto o l’amarezza di averlo negletto. Al termine di un avvenimento che si rispetta, è doveroso sempre tracciarne un bilancio. Che sommariamente può essere positivo o negativo; strettamente parlando pure, più o meno preciso e rigoroso, o parziale o totale. Non sarà però il limitato foglio di un settimanale e tanto meno una colonna di esso ad aver la pretesa di dire tutto, in maniera esauriente, e bene. Ci sarà, tempo e spazio permettendo, qualche Negotiorum gestor che, per filo e per segno, con studio e pazienza, lo farà, questo bilancio degno di essere consegnato alla memoria storica. Per il momento, diremo solo che il Giubileo non è passato invano nella nostra Chiesa particolare – pensiamo che non ci sia nessuno che l’abbia completamente ignorato – , perché di trombe se ne è fatto grand’uso: seminato, si è seminato, a piedi e a macchina; la fioritura s’è vista, eccome ! solamente i ciechi non hanno veduto, ma hanno sentito; si sarà alzata della polvere, ma di movimento c’è stato; sarà stata anche moda per qualcuno, ma preghiere e sacrifici e buone intenzioni non sono mancate. I frutti si vedranno nel tempo: dovranno pur maturare; intanto si attende. Bilancio quindi per buona parte positivo. Se dobbiamo puntualizzare qualche fatto, non potremo far passare sotto silenzio particolarmente una data, il 7 maggio: il pellegrinaggio diocesano, con più di 100 pulman, ha portato pellegrinanti a San Pietro, ai piedi del Papa, ben 5000 persone. In occasione della Giornata mondiale della gioventù, sono stati ospitati 2.500 giovani provenienti da diverse parti del mondo, ed, in comunione con essi, una larga rappresentanza della diocesi ha partecipato alla manifestazione di Tor Vergata. In quasi tutte le parrocchie, dalle più consistenti alle minime, si è lucrata ufficialmente l’ Indulgenza giubilare, e molte comunità hanno, in più, compiuto la visita alle Basiliche romane, alla Cattedrale e alla Concattedrale o privatamente o collegialmente, in occasioni di particolari festività o ricorrenze. Non siamo in grado di stabilire il flusso dei pellegrini nei santuari di Bolsena e di Collevalenza, ma dovrebbe essere stato rilevante; per quanto abbiamo potuto personalmente costatare, il Duomo di Orvieto- i dati precisi non sono stati ancora pubblicati – , in certi giorni, ha veramente fatto il “pieno”. Le celebrazioni giubilari per categorie si sono succedute secondo i programmi stabiliti in calendario con risultati soddisfacenti, alludiamo al Giubileo degli Sportivi, dei Lavoratori, dei Servizi volontari, degli Ammalati, delle Scuole, delle Cultura e delle Professioni . Il Clero con a capo il Vescovo, in primo luogo, ne hanno dato edificatamente l’esempio, in almeno due delle loro riunioni mensili. Anche attività relative alla recettività ed ospitalità dei pellegrini sono state degnamente curate e messe in opere in maniera da poter corrispondere alle varie richieste ed esigenze. Il Vescovo, interpellato a bella posta, pur non nascondendo un suo personale compiacimento, si è fatto l’ augurio che i frutti vengano e siano numerosi e che non siano transitori, ma duraturi. Solo così la grande festa del Giubileo potrà dirsi riuscita. ” Ringraziamo con gioia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, – ha egli scritto alla sua Chiesa per le ricorrenze natalizie – perché in questo anno di grazia ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. A tutti è stato offerto un tempo prezioso di conversione e di perdono; di rinnovamento e di riscoperta della propria fede; di amore e di speranza. Esprimiamo la nostra gioia e il nostro grazie con le parole della Vergine Maria, nostra Madre, che per noi ha generato nella carne il figlio di Dio e continuamente ci indica la via che conduce a Lui. Come Maria riconosciamo le meraviglie compiute in noi dallo Spirito santo”.

AUTORE: Marcello Pettinelli