Un Giubileo percepito e vissuto in tutta la sua carica spirituale

Numerose celebrazioni ed incontri che hanno visto grande partecipazione di fedeli

L’anno giubilare sta per finire, mancano pochi giorni. Per la diocesi Terni-Narni-Amelia il bilancio è positivo; così credo, perché non spetta a me giudicare.Il cambio del Vescovo, con l’ingresso del nuovo vescovo mons. Vincenzo Paglia il 16 aprile scorso ha provocato un qualche cambiamento nel programma varato con mons. Franco Gualdrini nel novembre dello scorso anno, ha causato la non effettuazione di qualche iniziativa particolare, ma non ha modificato le ispirazioni, la finalità e l’impostazione di fondo. Mons. Paglia concluderà le cerimonie di chiusura, dopo quelle di Narni e Amelia il 6 gennaio, a Terni il 7 gennaio in Cattedrale con il programma che sarà presto comunicato e lì il Vescovo trarrà le conclusioni e indicherà come operare in futuro. Intanto la notizia del Giubileo in diocesi è giunta a tutti, credenti e non credenti; ha “segnato” in vario modo la vita della comunità cristiana ovviamente e della comunità civile. A me è sembrato che i frequentanti le parrocchie abbiano compreso il significato di rinnovamento personale in Cristo del grande Giubileo del 2000. C’è stata grande consapevolezza; l’ho vista negli incontri che sono stati tanti e nelle numerose celebrazioni. L’evento è stato percepito in tutta la sua carica spirituale. Non ci sono state derive turistiche o semplicemente culturali o sentimentali-religiose; il Giubileo è stato percepito e realizzato dai fedeli in tutta la sua completezza: pellegrinaggio, riconciliazione, eucarestia, carità; in unione con il Papa. Credo che i 1.000 bambini a Roma, i 1.200 giovani a Roma, i 1.000 anziani ad Assisi, i 10.000 diocesani a Roma abbiano celebrato un vero e proprio Giubileo meditando sui duemila anni dalla nascita di Cristo; e così le centinaia di persone che hanno celebrato il Giubileo nelle diverse iniziative svoltesi a Terni, a Narni e ad Amelia. La diocesi ha capito di più la sua missione nel mondo; i cristiani hanno capito di dover essere più coerenti con il loro Credo, con l’Evangelo di Gesù. Questa è appunto la vera conclusione del Giubileo a Terni, Narni, Amelia che verrà simboleggiata con la consegna del Vangelo di Luca a tutti e ad ognuno, così come ha indicato il Vescovo.Nicola MolèMons. Paglia traccia un bilancio: grande “movimento popolare” verso RomaNel momento conclusivo di questo anno giubilare, abbiamo chiesto a mons. Paglia, che ha vissuto parte di questo Giubileo a Roma come parroco, e parte a Terni come Vescovo, quali sono, secondo lui, i bilanci che si possono fare sia nell’ottica della Chiesa intera, sia in quella della Chiesa locale e quella dei grandi problemi dell’umanità oggi.Un primo bilancio del Giubileo che sta per finire…”Immediatamente risponderei che è stato un Giubileo che ha visto un numero davvero notevole di persone andare a Roma. Si parla di circa 25 milioni di persone che sono andate in pellegrinaggio al centro della cristianità. In più bisogna considerare tutte le celebrazioni giubilari avvenute nelle diocesi del mondo. Certamente è stato un anno nel quale numerose persone hanno trovato la possibilità di una prospettiva nuova per la loro vita. Particolarmente nell’ultima parte di quest’anno c’è stato un “movimento popolare” attorno a questa idea del Giubileo che è il passaggio del millennio nel ricordo soprattutto della nascita di Gesù”.Quali sono stati i momenti più alti e significativi?”Alcuni momenti si sono imposti all’attenzione di tutti; penso, ad esempio, alla grande richiesta di perdono che il Papa ha fatto all’inizio della Quaresima, come un momento di purificazione della memoria. Il Papa non voleva dareun giudizio storico ma voleva unicamente, come credente e responsabile della Chiesa, porsi di fronte al Vangelo e chiedere perdono a Dio per questa lontananza che i cristiani lungo la storia hanno avuto dalla prospettiva evangelica. Come non ricordare, poi, il viaggio nella terra di Gesù, che oggi vive il dramma della difficile pacificazione tra il popolo palestinese e il popolo d’Israele, e quel foglio di preghiera messo nel muro del pianto, gesto che ha come fatto cadere i muri del pregiudizio. E poi l’altro gesto, in maggio, nella celebrazione dei martiri, per non dimenticare che il secolo XX è stato il secolo dei martiri. Forse questi testimoni nel martirio hanno potuto conservare o salvare questo secolo dalla totale distruzione avvenuta attraverso i totalitarismi, attraverso i genocidi e attraverso efferatezze incredibili. Infine è importante ricordare la Giornata mondiale della gioventù che ha visto due milioni di giovani raccogliersi intorno al Papa, questo uomo “vecchio” che però riesce ancora a dare una prospettiva di speranza in un mondo carico di sogni, e il Papa ha fatto ancora sognare”. Che cosa lascia in eredità questo Giubileo?”Non è facile rispondere, perché scendere nel cuore della gente è certamente difficile. Non posso non ricordare qui il Giubileo che tutta la diocesi ha fatto a Roma. Credo che se ci fermiamo a considerare questo piccolo episodio all’interno del Giubileo mondiale, che in realtà è un grande episodio per la nostra città, indubbiamente questo pellegrinaggio ci lascia in eredità una grande speranza per un nuovo futuro da costruire qui a Terni tutti assieme. E’ evidente che la Chiesa entra, vuole entrare in questo nuovo secolo con una sola piccola enorme eredità, che è quella del Vangelo. Noi non dobbiamo dimenticare che questo Giubileo ci ricorda la nascità di Gesù e credo che quest’anno sia per tutti un anno di grande chiamata, di grande vocazione a edificare il nuovo secolo, il nuovo millennio, ancora una volta a partire da quel Verbo che si è fatto carne”.

AUTORE: G.C.