Un ‘pellegrinaggio’ in fabbrica

Don Fernando Benigni, nel 1981 era cappellano all'Acciaieria di Terni. Il suo ricordo della storica visita di Giovanni Paolo II

Saluto i lavoratori delle acciaierie di Terni, venuti in pellegrinaggio a piedi per richiamare l’attenzione sulla crisi occupazionale di quel grande complesso industriale. Non posso dimenticare che proprio là, il 19 marzo 1981, feci la mia prima visita pastorale ad una fabbrica italiana. Cari lavoratori, come dissi allora, apprezzo in voi la ferma volontà di difendere il vostro lavoro e la sua dignità. Vi sono vicino nella presente difficoltà ed auspico che ad essa si possa trovare una soluzione equa per voi e per le vostre famiglie’. Sono queste le parole, ancora impresse nella memoria di tanti, che il Papa Giovanni Paolo II ha rivolto ai lavoratori delle acciaierie di Terni domenica 8 febbraio 2004 durante l’Angelus di mezzogiorno, al quale parteciparono anche un gruppo di operai ternani giunti a piedi da Terni in pellegrinaggio a piazza San Pietro. È stato quello più di altri dopo 23 anni il momento in cui si è rinsaldato fortemente quel legame già solido tra il Papa la città, gli operai e il mondo del lavoro, creatosi nel 1981 nella storica visita del pontefice alle Acciaierie, la fabbrica ternana per eccellenza. ‘Era il 19 marzo 1981 e il Papa venne da noi in fabbrica, non solo per una visita pastorale, ma per incontrare la città operaia, i suoi lavoratori ‘ ricorda don Fernando Benigni, che allora era cappellano all’Acciaieria di Terni – Credo di non sbagliare nel dire che il Santo Padre si sentisse in un certo senso nel suo mondo, lui che era stato operaio dopo la guerra in Polonia. Ricordo la sintonia e empatia che s’instaurò subito con gli operai, anche se in fabbrica c’erano in quell’occasione, come è accaduto anche qualche mese fa, in atto vertenze gravi. La visita del Papa, per un giorno, ha messo in secondo piano tutto questo, anche se il clima era teso per la conflittualità in atto e forse anche per alcuni pregiudizi spontanei di una città comunista nei confronti di un pontefice all’interno della fabbrica. Gli operai subito rimasero molto colpiti da quel Papa dialogante, che, dopo aver ascoltato le loro domande e richieste, le loro problematiche, con umiltà affermò: ‘Una risposta esatta non è facile darla, non sono un tecnico, non posso dire di più’ ma subito aggiunse altre affermazioni, in un certo senso sbalorditive, rivoluzionarie secondo il Vangelo: ‘I lavoratori, e non il lavoro e i mezzi per produrlo, sono il fine’ facendo riferimento alla sua esperienza – sottolinea don Fernando ‘ e ancora le sue altre affermazioni ‘sul diritto al frutto del lavoro e la partecipazione nella gestione e nella produzione di reddito’ o ‘la lotta per la giustizia e non contro le persone’, perché disse il Papa: ‘Il Vangelo, Cristo e la Chiesa cercano un mondo giusto e non devono sostenere un mondo ingiusto’. Un Papa che, da allora, gli operai hanno sentito sempre dalla loro parte per quello che ha detto e per quello che ha testimoniato nella realtà, sempre con umiltà estrema. Con lui certamente il mondo è cambiato, si è evoluto. Quello che è avvenuto in Umbria è una conferma di questo, perché con Giovanni Paolo II ha dato la forma a una Chiesa che va, che parte, che ascolta’ tiene a ricordare don Fernando.

AUTORE: E.L.