Un piatto caldo, ma anche incontro e tanta amicizia

La mensa "San Valentino"

Precisamente il 2 giugno è avvenuta l’inaugurazione della mensa S. Valentino ed il 3 giugno i primi “ospiti” hanno cominciato a varcarne le soglie. Furono sei in quella prima sera ad usufruire dei pasti offerti dalla struttura. Siamo tornati nei giorni scorsi, dopo circa un mese e mezzo, a visitare la mensa per renderci conto degli sviluppi che ha avuto. La prima gradevolissima sorpresa è stata la soddisfazione e dei volontari e degli ospiti. Per il lavoro che fanno, i primi, per i benefici che ricevono, i secondi. In qualche pagina della Bibbia c’è scritto che “dà più felicità il dare che il ricevere”. Ne abbiamo potuto constatare la verità proprio nella gioia dei volontari in servizio alla mensa: tutti erano presi dalle loro mansioni e tutti- così loro stessi hanno fatto notare- si prodigano in una gara generosa per togliere una fatica all’altro. Questo spirito di collaborazione tra tutti e la conseguente amicizia che è nata tra loro sono i dati evidenziati da tutti i volontari. Alla domanda sulle difficoltà incontrate, con molto realismo ci siamo sentiti rispondere che sì qualche difficoltà si è incontrata e qualche volta seguita ad affiorare dal momento che qualche ospite della mensa qualche volta trova difficoltà a contemperare le sue esigenze con quelle degli altri ma, anche per questo aspetto, c’è stato un progressivo miglioramento tanto da rendere i momenti di difficoltà veramente rari. Motivo di soddisfazione è stato poi il vedere crescere l’utenza costantemente. Dai primi sei si è passati, per un certo numero di giorni a venti per sera, poi a trentatrè-trentacinque, e da alcune sere si è costantemente sopra i cinquantuno. Gli utenti chi sono? Appartengono a tutte le fasce di età, ci è stato risposto. Non mancano i giovani che puntualmente ogni sera si presentano. Ad una giovane, appunto, abbiamo chiesto come trovava il servizio. Piena di riconoscenza verso i volontari ci ha detto che alla mensa sta trovando un ambiente che non avrebbe immaginato: non trova solo un pasto caldo da consumare insieme al suo compagno ma anche, ed è ciò che è più prezioso, persone che ascoltano, danno tempo, parole adatte alla propria situazione, una calda amicizia. Alla prima diffidenza è subentrata una completa fiducia. In un tavolo era radunata a mensa una intera famiglia: padre, madre e tre figli. Anche la loro soddisfazione per l’accoglienza era totale pur auspicando un comportamento più rispettoso da parte di alcuni frequentanti. Un’ ultima gradevolissima sorpresa è stata il costatare che fa questo servizio di volontariato tutta una serie di persone che non avresti mai sospettato capace di mettersi un grembiule davanti e mettersi a servire il primo che capita. Anche questo fa parte delle cose belle della vita! Non è mancato chi ha fatto notare che qualche frequentante la mensa farebbe meglio a starsene a casa sua dal momento che dispone di risorse più che sufficienti. Ma le necessità, è ovvio, non sono solo quelle materiali. Mangiare insieme con altri per scambiare una parola e fare poi una partita a carte è un bisogno non meno grande di quello di un piatto caldo.

AUTORE: Gianni Colasanti