Un “sì” o un “no”, ma non è un referendum. Lo si può esprimere al momento di ottenere o rinnovare la carta d’identità. Chi dice “sì” acconsente a diventare donatore di organi e di tessuti. Sono già più di 22 mila gli umbri che lo hanno fatto, e questo – ha detto Enzo Chilelli, direttore di Federsanità nazionale Anci – “è un segno di grandissima civiltà”.
L’Umbria infatti è la Regione capofila del progetto “Una scelta comune” del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, finanziato dal ministero della Salute, che dà la possibilità ai cittadini, quando rinnovano la carta d’identità, di manifestare il loro consenso.
Un gesto “di responsabilità e altruismo” è stato detto lunedì scorso durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, e della campagna per promuoverlo e farlo conoscere alla gente. Infatti, grazie ai progressi della medicina, il trapianto è una terapia efficace e sicura, che offre una concreta possibilità di cura ai pazienti in lista di attesa. Una lista ancora troppo lunga, ha detto Vittorio Pulcinelli, presidente regionale dell’Aido – Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule. Attualmente in Italia ci sono 9.000 persone in questa lista di attesa, mentre i trapianti effettuati nel 2016 sono stati circa 3.000.
Questo progetto di solidarietà, accompagnato dalla formazione del personale degli uffici anagrafici e da una campagna informativa per i cittadini, è stato avviato in Umbria nel 2012 coinvolgendo i Comuni di Perugia e Terni. Dopo 4 anni, i Comuni umbri sono diventati 66.
L’iniziativa ha avuto un “risultato straordinario” – ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini – poiché più del 90 per cento dei maggiorenni hanno hanno espresso il loro consenso per diventare donatori, firmando un modulo consegnato in occasione del rilascio o rinnovo della carta d’identità. Negli uffici Anagrafe del Comune di Perugia in questi 4 anni sono stati firmati 5.187 moduli, e in essi il 93,9 per cento dei firmatari hanno detto “sì” alla donazione. A Terni nei 6.261 moduli i “sì” sono stati addirittura il 98,8 per cento.
Il consenso espresso viene registrato nella apposita banca dati del ministero della Salute. Il “modello Umbria” è stato così esportato in tutta Italia, tanto che oggi sono circa 1.500 i Comuni italiani che lo hanno adottato. “Siamo molto soddisfatti – ha detto l’assessore – ma c’è ancora da fare per allargare il più possibile il consenso attraverso una promozione capillare del progetto sul territorio”. Grazie anche a questo progetto – ha detto il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo – l’ Italia “è diventata un punto di riferimento a livello europeo per le donazioni e i trapianti”.