Un ‘tutor’ per l’immigrato

Lettere a disposizione degli immigrati l’esperienza e la competenza dei lavoratori in pensione: è quanto sta sperimentando la ‘Rete per l’adozione professionale degli immigrati’, un progetto che rientra nell’ambito del programma comunitario Equal attuato dall’associazione Smile – Sistemi e metodologie innovativi per il lavoro e l’educazione ‘ in collaborazione con Enfap, Ial, Apiform, Centro servizi multietnici, Consorzio Mainsys Roma, Sviluppumbria e Agenzia per l’innovazione nell’amministrazione e nei servizi pubblici locali. L’iniziativa ha preso spunto dalla constatazione che nelle piccole e medie aziende della nostra regione c’è una grande necessità di alcune figure professionali – falegnami, tornitori, muratori, meccanici ‘ che gli italiani ormai sottovalutano. Il progetto, che ha mosso i primi passi nel giugno del 2002, prevede due cicli formativi: uno di base e uno di formazione specialistica individuale con stage nelle aziende più varie. L’archiettura della ‘Rete’, finanziata con novecentomila euro dall’iniziativa comunitaria Equal, è basata sulla considerazione di quanto sia difficile per gli immigrati l’inserimento nel tessuto lavorativo dell’Umbria. A tal proposito è stato inventato un nuovo metodo che ha permesso anche di far leva sull’esperienza dei lavoratori pensionati che, nel ruolo di tutor, seguiranno gli ‘apprendisti lavoratori’ per tutta la fase di formazione e avviamento nell’organico. E’ nato così ‘un modello innovativo ‘ hanno spiegato gli organizzatori ‘ che riporta in vita un modello tradizionale di trasmissione dei saperi’. A beneficiare dell’iniziativa sono gli immigrati provvisti di un regolare permesso di soggiorno.Complessivamente i soggetti coinvolti sono stati trenta divisi in due gruppi da quindici, impegnati in stage aziendali della durata di trecento ore. Il progetto si concluderà entro il mese di agosto. E’ previsto un meeting transnazionale a Dublino, dopo quelli svolti finora a Bolzano, Belfast, Perugia e Stoccolma.

AUTORE: Ida Gentile