Una centralità poco sentita

SAN RUFINO. Don Cesare Provenzi racconta la sua parrocchia e confida di voler ricostruire la pastorale giovanile

Continuano i contatti – a giusta intermittenza – con i parroci del territorio. È la volta di don Cesare Provenzi, già ascoltato invero quando, nominato dal vescovo mons. Goretti, prese possesso della parrocchia di San Rufino (17 ottobre 2004). Quali e quante difficoltà incontra nella gestione della parrocchia che peraltro include la chiesa cattedrale?’Non si presentano particolari difficoltà gestionali in ambito parrocchiale; sebbene il territorio della parrocchia sia notevolmente esteso, riusciamo comunque a raggiungere e sopperire alle situazioni di disagio che vengono segnalate. Il problema più sentito, come sempre, è l’assenza di percezione della centralità della parrocchia sul piano liturgico e di socializzazione; ritengo che ciò sia dovuto alla presenza di altre realtà ecclesiali nello stesso territorio’. Preferisce una linea decisionista o avvalersi di collaboratori? ‘Ritengo più opportuno avvalermi di collaboratori, in quanto sono convinto che il parroco non debba accentrare tutte le competenze, ma creare una corresponsabilità; collaboratore ideale è colui che ha competenza specifica nell’ambito del settore affidatogli, fermo restando che deve essere anche un cristiano partecipe attivamente alla vita della comunità’. Quali realtà pastorali convivono nella parrocchia? ‘Sono numerose: oltre a quelle proprie della pastorale (liturgia – catechesi – Caritas), ci sono anche cinque confraternite, gruppo scout, Azione cattolica, due comunità neocatecumenali, Cursillos, centro di volontariato sociale e, appena costituita, la commissione ‘Progetto culturale’. Il suo dinamismo è confortato da un’adeguata risposta? ‘Certamente sì; mi incoraggia anche che i cosiddetti ‘lontani’ si stiano lentamente avvicinando alla vita parrocchiale’. Quali ‘esigenze’ pastorali vorrebbe risolvere? ‘In questo momento l’ambito in cui ritengo di dover spendere più energie è la pastorale giovanile, difficoltosa da ricostruire’. Il centro ‘Regina Pacis’ può essere ulteriormente valorizzato? ‘In questi due anni ho attuato varie iniziative mettendo gli spazi a disposizione dei parrocchiani; anticipo la notizia che siamo prossimi alla fondazione dell’oratorio e che già in questi giorni si è costituita l’associazione polisportiva ‘Ascesi club”. Quali problematiche esistenziali e sociali ha fino ad oggi riscontrato? ‘Esistono problematiche esistenziali legate soprattutto alla solitudine degli anziani e al progressivo indebolimento della famiglia; in ambito socio-pastorale, invece, la presenza di realtà sincretistiche che impediscono un’autentica adesione ai contenuti della fede’.

AUTORE: Francesco Frascarelli