Una Chiesa giovane e millenaria riunita sotto il simbolo della croce

La straordinaria esperienza vissuta a Toronto da ventuno giovani eugubini

Anche la diocesi di Gubbio ha dato un contributo significativo, in termini di presenze, alla Giornata mondiale della gioventù svoltasi a Toronto; tra i duecento complessivi dell’Umbria, erano ventuno. Un gruppo consistente e qualificato. Ripercorriamo con loro le tappe di una esperienza straordinaria ricostruita per noi direttamente da loro grazie alla collaborazione di Valentina Bellomaria.LA PARTENZAIl gruppo partito con la pastorale umbra era costituito da ventun persone: Roberto Salciarini, Silvia Fanucci, Maddalena Minelli, Debora Andresini, Sara Boldrini, Valentina Bellomaria, Michele Pastorelli, Luca Moschetti, Marta Mattei, Valentina Piccotti, Cristiano Orlandi, Annalisa Minelli, Maria Luigia Scala, Mauro Pierucci, don Mirko Orsini, Giordano Pannacci, Francesco e Gabriele Pierotti, Marco Ceccarelli, Ariana Minelli, Michele Barilari. Partenza il 16 luglio ed arrivo a New York lo stesso giorno alle 13 locali; in pullman il mattino successivo per la diocesi di Sarnia vicino London (Canada), fantastica ospitalità presso le famiglie della parrocchia di S. Andrew, “che ci hanno fatto sentire a casa nostra”. Nel frattempo approfondita catechesi in preparazione all’incontro con il Papa in Canada. Pellegrinaggio di otto kilometri la mattina del 27 per andare a piedi a Downsview Park luogo della veglia e della celebrazione della messa conclusiva. Pesante il viaggio di ritorno: partenza da Toronto alla mezzanotte del 29 luglio, dodici ore di pullman per arrivare in aeroporto e riprendere il volo per Malpensa prima e Roma poi, arrivo a casa nella serata del 31 luglio “stanchi, ma veramente felici”.I CONTENUTIDI UN’ESPERIENZA SINGOLARETornati da questo viaggio è difficile descrivere in poche parole le emozioni che abbiamo provato. I timori, le ansie, le paure che hanno preceduto la partenza non erano poche, ma la voglia di partecipare a questo evento ha prevalso su tutto. La voglia di sentire parole di speranza, voglia di incontrare migliaia di giovani uniti nella stessa Fede, voglia di far Festa insieme… E ci siamo messi in cammino. L’immagine più bella è quella di vedere una Chiesa giovane e millenaria riunita sotto il simbolo della Croce, quella Croce che ormai accompagna tutte le giornate mondiali della gioventù dal 1984, quando il Papa l’ha regalata ai giovani. In tutti questi anni ha fatto il giro del mondo, passando nelle mani di tanti ragazzi, anche qui a Gubbio qualche anno fa. E’ stato bello riscoprire lo spirito di un ventenne in un Papa vecchio, malato e sofferente che è andato contro tutti i pareri medici pur di incontrare i suoi giovani: ci ha guardato con tenerezza ed ha detto che ci porta ognuno con sé nella preghiera. PAPA E PAPÈUn uomo che è Papa e papà. Come papà ha voluto indicarci la strada della felicità che è Cristo, dicendoci che non è mai troppo presto per diventare santi, portando quale esempio giovani come pier Giorgio Frassati e Kateri Tekakwita, una ragazza di una tribù indiana beatificata nel 1980. Il tema che ha guidato tutta la settimana è stato “voi siete il sale delle terra e la luce del mondo” (Matteo 5); non una esortazione, ma l’affermazione di quello che è il nostro compito nella società. L’impegno di dare alla vita sapore e di riflettere la luce di Cristo nella nostra vita quotidiana a casa, al lavoro, al pub. Toronto non è la Woodstock canadese, è una esperienza dove convivono preghiera, musica, danze, allegria, dove si scopre la semplicità delle cose, dove ci si forma a parlare con gente che sta all’altro capo del mondo e le differenze quasi si annullano. UNA SCELTA NON CASUALELa scelta di Toronto non è stata casuale, perché la chiesa Nord-americana in genere si trova ad aver bisogno di una iniezione di energia per affrontare un quotidiano fatto spesso di contraddizioni, di modernità, di deserti metropolitani dove l’uomo non può non sentirsi solo in mezzo agli immensi grattacieli. Crocevia di popoli, di emigranti da tutto il mondo che si trovano a dover condividere culture molto diverse. In un paese dove la ricchezza rischia di coprire tutto. NOSTALGIA E SEMPLICITÈL’accoglienza delle famiglie, ripetiamo è stata fantastica; ci hanno aperto le loro case con grande generosità, ci hanno fatto sentire sempre meglio che a casa nostra. Con i tantissimi italiani che stanno a Toronto abbiamo festeggiato un’intera serata sventolando il tricolore e cantando le nostre canzoni. Ognuno di noi porterà con sé sicuramente gli occhi e le lacrime di queste persone che non finivamo mai di ringraziarci (!).ESPERIENZA DI CHIESADi cose ce ne sarebbero ancora tante, ma ci teniamo ancora a precisare che non è il Papa che siamo andati ad incontrare a Toronto, ma Cristo che lui ci indica ed il tentativo è quello di riportare poi a chi non è venuto quello che abbiamo visto, Gesù. E’ stata una grande esperienza di Chiesa, di quella Chiesa santa fatta di uomini che comunque possono sbagliare; il Papa non si è vergognato di citare i problemi dei sacerdoti accusati di pedofilia chiedendone perdono, ma ci ha pure invitato a stare vicino ai nostri sacerdoti nel loro difficile compito di pastori. Queste le nostre impressioni e per chi, come san Tommaso, fosse ancora scettico e volesse toccare con mano , l’invito è a venire a Colonia nel 2005.

AUTORE: "Le sentinelle del mattino"