Una forma di sostegno all’indigenza sociale

Antonella Catanzani, presidente diocesana della San Vincenzo De Paoli, traccia un bilancio del lavoro svolto e dei progetti futuri

La San Vincenzo De Paoli traccia un bilancio e alcune priorità operative e organizzative per il futuro, nel contesto sociale ed economico attuale sempre più critico. L’occasione è stata quella della tradizionale assemblea annuale del consiglio centrale di Terni, nel quale la presidente diocesana, Antonella Catanzani, nella sua relazione, ha rilevato il numero crescente delle persone assistite, circa 1000 (extracomunitari ma anche famiglie del posto), soffermandosi sulle ragioni del loro bisogno e disagio con uno sguardo sulla situazione ternana, che evidenzia quanto sia incerto il futuro per i lavoratori, non solo giovani, ma anche per tanti che devono sostenere la famiglia. Oltre al noto problema dell’Ast si apprende che a Terni nei primi 2 mesi del 2004 si sono già verificati 11 fallimenti, si vocifera di nuove chiusure di storiche aziende. Tutto ciò non può lasciare indifferenti, se si considera che la principale causa della povertà di tanti assistiti è la mancanza di lavoro, o anche di prospettive di poterlo trovare, cosa che fa piombare nell’altra grande povertà: la depressione e la conseguente solitudine – sottolinea la presidente – Una forma di sostegno all’indigenza che non può ridursi a sporadiche manifestazioni o a belle enunciazioni di principi, ma che necessita di continuo sostegno da parte di tutti. Un disagio sociale che richiede attenzione e prontezza nell’ascolto, nel capire le cause dei problemi, nell’attivarsi per far sì che siano ottenuti tutti i diritti spettanti e le agevolazioni previste dalle leggi. È già tanto alleviare il male della solitudine e del senso di abbandono e impotenza, donando amore, senza riserve, calcoli o strane progettazioni. Oltre a questo oggi sarebbe necessario fare qualcosa in più, magari fornendo alcuni servizi o possibilità di lavoro – spiega la presidente – In particolare il programma, da quest’anno, vorrebbe focalizzare l’attenzione sul problema dei carcerati, delle loro famiglie e quelli ancora più difficili del reinserimento e di avere un lavoro. È certo che le povertà stanno cambiando e per questo anche la presenza e l’attività della San Vincenzo deve adeguarsi – evidenzia la presidente – Recentemente a Terni sono stati aperti centri per distribuire alimenti, indumenti e mobili, ma per poter fare di più dovremmo pensare ad organizzare cooperative per creare possibilità di lavoro. E la stessa società di San Vincenzo con la prossima revisione dello statuto potrebbe divenire Onlus per poter acquisire maggiore operatività e sostegno finanziario. In prospettiva anche la creazione di strutture per l’ospitalità, ove manchino in sinergia con le altre realtà di volontariato per dare risposte più efficaci pur mantenendo le nostre specificità.

AUTORE: Elisabetta Lomoro