Una reliquia di Wojtyla a Collevalenza

L’ha portata mons. Gualtiero Bassetti dopo un pellegrinaggio al santuario polacco della Divina Misericordia; a consegnargliela è stato il card. Stanislaw Dziwisz
Padre Ireneo Martin reca processionalmente all’altare la teca con la reliquia
Padre Ireneo Martin reca processionalmente all’altare la teca con la reliquia

Mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, salutato da padre Aurelio Perez, superiore generale dei Figli dell’Amore Misericordioso, dopo i riti d’inizio di una solenne liturgia eucaristica, ha consegnato a padre Ireneo Martin, rettore del santuario, una reliquia del beato Giovanni Paolo II. Infatti mons. Bassetti, recatosi in pellegrinaggio al santuario della Divina Misericordia in Polonia ha ricevuto dal card. Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, una reliquia del beato Giovanni Paolo II da venerare nel santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, tanto caro a Papa Wojtyla, dove rimarrà permanente- mente. È noto a tutti il legame profondo del beato Giovanni Paolo II con Madre Speranza e con il santuario di Collevalenza. Nella sua prima uscita fuori Roma, dopo l’attentato del 13 maggio 1981, il Beato volle venire pellegrino a Collevalenza per ringraziare l’Amore Misericordioso per avergli salvato la vita e per ripresentare alla Chiesa e al mondo la sua seconda lettera enciclica Dives in misericordia, promulgata per diffondere il messaggio di amore e di misericordia del Signore che considerava primo dovere del suo ministero petrino. All’omelia mons. Bassetti ha detto: “Questa maestosa basilica-santuario ci accoglie stasera, alla vigilia della Domenica in albis, o anche detta della Divina Misericordia, per far memoria delle meraviglie compiute dal Signore nella sua Pasqua e per ricordare due grandi figure di santi: il beato Giovanni Paolo II e Madre Speranza di Gesù, entrambi cantori dell’amore misericordioso di Dio per tutti gli uomini. Madre Speranza ha costruito questo santuario perché quanti qui accorrono possano conoscere l’amore di Dio e acquistare le grazie per una vita rinnovata. Giovanni Paolo II vi è salito pellegrino, ancora sofferente per l’attentato del 13 maggio 1981, per testimoniare dinanzi al mondo che l’amore misericordioso del Signore è più forte del male, di ogni male che è nell’uomo e nel mondo! E per ricordare quanto sia importante inserire nei rapporti umani quei sentimenti di misericordia e di amore vicendevole, che soli possono rendere la vita più ricca di umanità. ‘L’Amore misericordioso – disse qui Giovanni Paolo II (omelia, 1981) – penetra nel cuore dell’uomo, aggravato dal peccato e lo libera dalla schiavitù del male. L’Amore Misericordioso penetra nel mondo per instaurare il regno di Cristo, che è regno di pace e di giustizia, che avrà il suo pieno compimento nella creazione nuova’”.

Le parole di M. Speranza

Anche per le nuove generazioni – ha detto mons. Bassetti – sopraffatte dal secolarismo e dall’incredulità, c’è bisogno di questo annuncio di liberazione; c’è bisogno dell’annuncio dell’Amore Misericordioso. Giovanni Paolo II e Madre Speranza, ispirati dal Signore, hanno capito che per l’uomo di oggi, più di tanti proclami, quel che conta è l’amore. Solo con l’amore si possono avvicinare i lontani, solo con l’amore si possono sanare le ferite, solo con l’amore si possono cambiare i cuori. Scriveva Madre Speranza nel suo diario: ‘Il buon Gesù mi ha detto che io devo darmi da fare perché gli uomini lo conoscano non come un Padre offeso dall’ingratitudine dei suoi figli, ma come un Padre pieno di bontà che cerca, con ogni mezzo, il modo di poter confortare, aiutare e far felici i suoi figli, e che li segue e li cerca con amore instancabile, quasi che Lui non potesse essere felice senza di loro’. Queste parole semplici e disarmanti non lasciano indifferenti, arrivano al cuore, commuovono!”.

AUTORE: Antonio Colasanto