Vacanze di solidarietà

Caritas. Dal 29 giugno al 9 settembre campi di lavoro estivi in Albania

Un passo verso l’Albania mosso dalla Caritas diocesana circa dieci anni fa, nel rapporto di sostegno e solidarietà della Chiesa locale con i Paesi balcanici, con progetti legati non solo a momenti di emergenza, ma strutturati secondo prospettive più ampie sviluppate in questi anni. Un impegno che proseguirà nei prossimi mesi con l’inizio dei campi di lavoro estivi, dal 29 giugno al 9 settembre, strutturati su cinque turni di circa 10 giorni ciascuno, che coinvolgeranno circa 50 volontari, giovani e meno giovani, delle parrocchia di S.Maria del Carmelo, S.Giovanni Bosco, Nostra Signora di Fatima, S. Paolo e altre persone esterne. Un’adesione in crescendo a questa attività di volontariato che ha visto aumentare sia il numero dei turni che dei partecipanti. Questa estate il progetto che sarà terminato interesserà la ristrutturazione dell’ex caserma a Zejmen, destinata ad ospitare un centro di formazione professionale per giovani gestito dalla diocesi di Lezhe. Per ultimare la ristrutturazione mancano le rifiniture e gli impianti elettrici. Opere che in questi anni non si sono limitate solo a realizzazioni tecniche e strutturali, tese al miglioramento della qualità della vita della popolazione albanese, ma che hanno permesso di costruire dei rapporti di solidarietà, amicizia e fratellanza che hanno dato frutti importanti per entrambe le realtà. Il coro unanime di coloro che hanno partecipato a questa esperienza è quello di avere avuto un arricchimento personale e di vita comunitaria notevole, di aver ricevuto molto di più di quanto dato. “Il volontario è quella persona che riesce a vedere oltre le differenze, le difficoltà e confini del proprio stato – afferma Carlo Sileo, da due anni volontario nei campi di lavoro in Albania – È un’esperienza forte non tanto dal punto di vista delle realizzazioni materiali, ma per i contatti umani, la solidarietà che si esprime sia tra i volontari che con le persone del luogo. E sono i giovani albanesi che in questi anni hanno mostrato una voglia di riscatto, cercando di camminare da soli e impegnandosi insieme a noi in vari progetti – continua Carlo – Nei giovani ho notato il desiderio e l’impegno ad essere protagonisti della loro vita nella loro terra. Con questa esperienza non si dà solo qualcosa di materiale, ma si dona soprattutto la propria disponibilità, la voglia ‘di sporcarsi le mani’, non solo fisicamente”.

AUTORE: Elisabetta Lomoro