Vita di comunità e di parrocchia due ‘spazi’ per lo stesso Vangelo

Religiose e religiosi dell'Umbria si incontrano a S. Maria degli Angeli

Li conosciamo per il loro prezioso servizio all’anima ed al corpo. Li chiamiamo genericamente frati e suore o monache, ma capita che ci correggano per spiegare che non sono esattamente quello che noi (semplici fedeli o cittadini) pensiamo che siano. E non lo fanno per pignoleria ma per ricordare al mondo e a se stessi il motivo profondo che li ha portati a vivere il Vangelo in quella famiglia o congregazione piuttosto che in un’altra. Così uguali nella loro scelta radicale di servire il Cristo e il suo Vangelo eppure così diversi nel vivere la medesima scelta i religiosi e le religiose dell’Umbria si ritrovano insieme per una giornata di spiritualità dopo una interruzione di due anni. Si sono dati appuntamento per sabato 20 aprile a S. Maria degli Angeli, per la Giornata della Vita consacrata in Umbria dove ascolteranno la meditazione del carmelitano padre Antonio Sicari “Vita consacrata: profezia per un mondo che cambia” e parteciperanno all’eucarestia presieduta da mons. Pietro Bottaccioli, Vescovo di Gubbio e delegato Ceu per la Vita consacrata vede come segno positivo la ripresa degli appuntamenti annuali dei religiosi che esprime “il fraterno rapporto spirituale e la mutua collaborazione fra i diversi istituti di Vita consacrata e le società di Vita apostolica che alimentano lo spirito ecclesiale di comunione”. La Giornata non può eludere, nell’approfondimento del tema generale, quello della presenza della Vita consacrata nelle chiese particolari. Ne convengono mons.Bottaccioli e padre Giancarlo Sibilia, presidente della Conferenza dei Superiori maggiori dell’Umbria. “La vocazione dei religiosi non è ‘diocesana’ – commenta p. Sibilia – anche se suppliamo a tante richieste”. Si tratta di trovare il punto d’incontro tra le esigenze pastorali delle diocesi e le esigenze della vita religiosa, soprattutto nel caso siano affidate a religiosi delle parrocchie. Ed è il caso di padre Sibilia, con la sua comunità Jesus Caritas, e della maggior parte dei sacerdoti religiosi che faticano spesso a conciliare il loro essere vita di fraternità, di preghiera e di frontiera, con la routine e le necessità delle parrocchie e delle diocesi. Forse una via da percorrere, suggerisce padre Sibilia, potrebbe essere quella di “dare alle parrocchie la fisionomia, il tono, delle comunità cui sono affidate” che consentirebbe di valorizzare il carisma della comunità religiosa. Diversa, in certa misura, è la situazione delle religiose, molto più impegnate in opere caritative ma non per questo esonerate dal servizio pastorale in parrocchia. Sono forse il “volto” più familiare alla gente, con la loro presenza in scuole materne, case per anziani, assistenza in ospedali, nel catechismo o in chiesa. Le donne sono la maggioranza dei religiosi di vita attiva e sono loro che resistono nella preghiera della clausura, una forma di vita che al maschile è vissuta solo dai monaci di Montecorona. Il rapporto Chiesa locale – religiosi è, dunque, di nuovo a tema. “Si era notata una certa disattenzione nei riguardi delle chiese particolari forse a causa di nuove problematiche interne degli istituti: progressivo invecchiamento dei membri, crisi vocazionale, necessario ridimensionamento, rapporto con il laicato affine o vicino al carisma degli istituti” – nota mons.Bottaccioli per il quale “l’urgenza della “nuova evangelizzazione” impone una sempre più piena prassi comunionale nei programmi pastorali delle diocesi. Nel prossimo anno si celebrerà il XXV anniversario del documento “Mutuae relations”: un’occasione che impone di rivedere la collaborazione nella vita diocesana anche alla luce degli sviluppi apparsi sulla Esortazione apostolica sulla Vita consacrata”. Tra i problemi dunque la diminuzione delle vocazioni e l’aumento dell’età che portano anche alla chiusura non solo di comunità ma anche di opere, una situazione che preoccupa tutti, religiosi e diocesi. La Giornata della Vita consacrata cade proprio alla vigilia della XXIX Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. “Mentre per i consacrati risuona il monito del Messaggio del Papa: “Non dimentichino che nell’amore alla contemplazione, nella gioia di servire i fratelli, nella castità vissuta per il Regno dei Cieli sta la forza di ogni proposta vocazionale”, – ricorda mons.Bottaccioli – per tutto il popolo cristiano la Giornata mondiale deve ravvivare la coscienza che le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata sono essenziali per la vita e la santità della Chiesa e che, pertanto, devono essere al centro dell’azione pastorale e della preghiera dei fedeli”.

AUTORE: Maria Rita Valli