Vivere responsabilmente il culto del patrono Sant’Ubaldo

Forte richiamo del vescovo mons. Pietro Bottaccioli in vista della Festa dei Ceri

“Per la quale cosa ammoniamo ed esortiamo nel Signore la vostra comunità, ma dietro l’esempio del Beato Uomo, rinnoviate lo spirito della vostra mente e siate più zelanti che per il passato nel rispetto di Dio, e del predetto Santo e di tutti gli altri”. Richiamando questo passo della “bolla” di papa Celestino III, il vescovo di Gubbio mons. Pietro Bottaccioli ha pronunciato un forte richiamo a vivere pienamente e responsabilmente, nei contenuti più veri ed autentici, sia il culto per il patrono sant’Ubaldo che la ormai prossima “Festa dei Ceri”, la manifestazione folkloristico – tradizionale che si celebra il quindici maggio di ogni anno. Manifestazione che trova fondamento ed origine, secondo gli studiosi più accreditati, proprio nell’amore degli eugubini verso il loro Patrono. Le calorose sollecitazioni il Presule le ha inserite all’interno dell’omelia pronunciata nella Basilica che custodisce le spoglie incorrotte del santo Vescovo, in occasione dell’anniversario della canonizzazione, avvenuta il 5 marzo 1192, ben 810 anni fa, anche dietro pressante richiesta del Vescovo del tempo Bentivoglio. “Se vogliamo che l’attaccamento a S. Ubaldo – ha detto mons. Bottaccioli ricostruendo la vicenda storica della elevazione al culto degli altari – non sia superficiale ed emotivo, tanto meno passionale, il culto deve avere radici più profonde che attingano ad una fede vera e coinvolgano la condotta familiare e sociale, sfociando in una testimonianza concreta di vita cristiana. Se vogliamo fargli davvero onore, ha proseguito, è necessario anche un esame di coscienza per verificare in maniera sincera e coraggiosa l’autenticità della devozione nei suoi confronti”. A questo proposito, richiamando i due centenari ubaldiani svoltisi nel l992 e l994, ricordando la “folla che gremiva la cattedrale” nonchè “i giorni di preghiera, di impegno a rinnovare la vita cristiana sull’esempio del Santo”, ha chiesto a tutti un sereno esame di coscienza per analizzare se “la vita cristiana della città sia cresciuta davvero, o se invece si sia trattato di semplici parentesi che si sono aperte e chiuse”. Riallacciandosi poi alla stretta correlazione esistente tra il Patrono e la “Festa dei Ceri”, rivolgendosi soprattutto ai “ceraioli”, ha espresso voti affinchè anche la grandiosa manifestazione tradizionale, così straordinaria e coinvolgente, non venga vissuta soltanto per i suoi contenuti “folklorici”, ma per quanto di più nobile e profondo esprime nelle motivazioni ed ispirazioni. L’omelia è stata pronunciata in una basilica gremita, presenti le “autorità” dei Ceri, vale a dire il primo e secondo capitano, David Mariani e Guerrino Vantaggi, nonché i “capodieci” Cesare Marchegiani, Franco Nardelli, Luigino Francioni. A loro, al termine della messa, mons. Bottaccioli ha consegnato una pergamena con una reliquia di S.Ubaldo.

AUTORE: G.B.