Volontariato: iscritto messo in rete e sostenuto

Presentata in Regione la Relazione annuale sulle attività delle organizzazioni

La Regione Umbria, ogni anno, ‘fa la conta’ del suo volontariato, delle associazioni che – ogni giorno o quasi – operano in aiuto di chi manifesta un disagio. Tutto è documentato nella Relazione sull’attività delle organizzazioni iscritte nel Registro regionale del volontariato e sullo stato dei rapporti del volontariato con gli enti locali, presentata dalla presidente della Giunta, Maria Rita Lorenzetti, all’esame del Consiglio regionale giusto martedì scorso. Fu il decreto legislativo 112 del 31 marzo 1998 (detto ‘Bassanini’) ad assegnare un ruolo alle Regioni nel coordinare e organizzare il volontariato. A tal scopo venne rimarcato il ruolo dei Comuni nella gestione dello stesso, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali. I pro di questa operazione furono e restano: un volontariato meglio conosciuto, più ‘professionalizzato’, più facile da sostenere da parte degli enti, anche economicamente. I contro: un certo aumento della ‘burocratizzazione’ del volontariato stesso: più tempo da dedicare alle ‘scartoffie’, laboriose rendicontazioni per avere modeste sovvenzioni pubbliche. Sono 567 le associazioni del volontariato umbro iscritte alla fine del 2007 nell’apposito registro regionale. Il Registro: iscrizione ‘necessaria’ L’iscrizione al Registro delle associazioni di volontariato è di fatto importante, se si vuole provare a fare qualcosa di serio e a lavorare in rete con altre associazioni, enti locali e Centri di servizi del volontariato (Cesvol). C’è poi la possibilità di ‘potenziarsi’ in onlus (art. 10, comma 8 D.Lgs. 460/97) e ottenere dei vantaggi fiscali e non solo. Così, si legge nella relazione annuale della Regione Umbria, è possibile ‘concorrere al 5 per mille della fiscalità generale’ e usufruire ‘dell’azione di orientamento e di incentivazione all’iscrizione fornita dagli stessi Centri di servizio per il volontariato’ e di una ‘corsia preferenziale che le organizzazioni iscritte hanno alla partecipazione ai bandi per progetti, erogati dai Comuni, dalla Regione, dallo Stato e dall’Unione europea’. Come dire: la ‘patente’ di volontario serve per avere un po’ di soldi pubblici, qualche ‘buon consiglio’ e partecipare a più bandi possibili. Anche perché, senza soldi, gli interventi sul territorio diventano difficili. È soprattutto per questo motivo, legato all’erogazione di modesti finanziamenti pubblici, che si crea la ‘catena’: l’associazione di volontariato deve rendicontare la sua attività al Comune di appartenenza entro ogni 31 dicembre. Poi il Comune, entro marzo, deve trasmettere tutto alla Regione. Che rilascia la ‘patente’. Che fanno i nostri volontari’Nel panorama del volontariato umbro – spiega Catia Bertinelli del servizio Affari generali della presidenza della Giunta regionale – sono ancora in forte maggioranza organizzazioni ‘indipendenti’ , ossia prive di un rapporto di affiliazione con quelle del volontariato nazionale. Tra le associazioni di livello nazionale iscritte nel Registro regionale dell’Umbria spiccano l’Avis per la capillare presenza sul territorio regionale, seguita dall’Aido, dall’Auser e dalle confraternite di Misericordia’. È comunale l’ambito di competenza territoriale di gran parte delle associazioni di volontariato umbre: solo in rari casi è provinciale e poche sono quelle che operano a livello regionale. ‘Un gran numero di esse – continua Bertinelli – opera in campo sociale e socio-sanitario: assistenza domiciliare, trasporto malati, donazione del sangue, promozione della cultura della donazione degli organi, del midollo osseo, dei tessuti e cellule, iniziative di sensibilizzazione verso problematiche connesse a gravi patologie e di promozione della prevenzione e tutela del diritto alla salute’. Tra le iscritte nel corso del 2007 molte sono le organizzazioni che si occupano di mediazione culturale, cooperazione allo sviluppo internazionale, immigrazione, formazione e comunicazione per l’accoglienza, l’integrazione e la convivenza pacifica tra le diverse culture. Associazioni di volontariato. Quante sono in Umbria, di che cosa si occupanoSono 567 le associazioni del volontariato iscritte nel 2007 nell’apposito Registro regionale, con 31 nuovi arrivi (22 sociale, 5 cultura, 2 protezione civile, 2 sport) e 18 cancellazioni per inattività accertata. La loro matrice è prevalentemente umbra; il volontariato è particolarmente attivo nei settori dell’assistenza domiciliare, degli anziani e della cultura. Molte di esse, ad eccezione delle più note come Avis, Aido, Auser, confraternita della Misericordia, hanno una dimensione locale, spesso solo comunale. Fra i nuovi impegni del volontariato figurano la cooperazione internazionale, la mediazione al fine di consentire l’accoglienza e la convivenza fra le varie culture e il sostengo ai soggetti svantaggiati. Alcune delle grandi organizzazioni nazionali come quelle citate (Avis, Aido, Auser) ‘chiedono direttamente dal livello centrale l’iscrizione del Registro regionale per poter rispondere del proprio operato direttamente sul territorio’. Dati tratti dalla relazione stilata dalla Giunta regionale

AUTORE: Paolo Giovannelli