Presentate le riforme endoregionali

La Marini ha presentato il “pacchetto” che cambierà l’amministrazione regionale

marini catiuscia“Questo ‘pacchetto’ di riforme porta a conclusione gli impegni che ci eravamo assunti con il programma di legislatura di una profonda riforma e riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale, operando, inoltre, una anticipazione anche di quelle riforme che scaturiranno dalla legislazione nazionale, con particolare riferimento al nuovo ruolo delle Province”.

È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini che, assieme all’assessore regionale Fabio Paparelli, ha illustrato martedì a Perugia, alla stampa regionale, i contenuti di una serie di provvedimenti per la riforma e accorpamento di tutte le società che operano nel settore dell’informatica e della formazione, la riorganizzazione delle funzioni delle province, il completamento della riforma che ha soppresso le comunità montane e un atto adottato dalla Giunta regionale e trasmesso al Consiglio regionale, per la indizione di un referendum consultivo per la fusione di cinque piccoli comuni dell’Alto Orvietano.

L’assessore Paparelli ha illustrato nel dettaglio i contenuti del ‘pacchetto’ di riforme varato dalla Giunta regionale: “nell’ambito informatico – ha spiegato Paparelli – opereremo una fortissima riduzione delle società che attualmente operano e che fanno riferimento alla Regione Umbria, così come ne riorganizzeremo la ‘missione’, che sarà affidata a due principali società (Umbria salute e Umbria digitale), mentre tutte le funzioni relative alla formazione saranno allocate presso una unica società, Umbria Pubblica Amministrazione”.

“Nelle prossime settimane – ha ricordato Paparelli – il Parlamento varerà definitivamente la riforma delle Province che prevede la riallocazione delle funzioni e del personale delle Province in capo a Regioni e Comuni e quindi stiamo già avviando le procedure per allineare le nostre riforme del sistema endoregionale a quelle nazionali. Allo stesso tempo si dovrà definire anche la condizione dei dipendenti delle comunità montane in gestione commissariale. Infine – ha concluso l’assessore – la Regione favorirà tutti i processi che i comuni vorranno adottare per l’individuazione di forme associative per l’esercizio delle funzioni comuni”.

Le società: la riorganizzazione del sistema regionale “Ict” prevede la creazione di tre consorzi: Umbria salute, Umbria digitale e Umbria pubblica amministrazione. I primi due andranno a sostituire le sei società attualmente esistenti e operanti nel settore, ovvero: Webred, Centralcom, HiWeb, Webred servizi, Sir e Umbria servizi innovativi. Umbria Pubblica Amministrazione nascerà invece sulla base della trasformazione in consorzio dell’attuale scuola Villa Umbra che assumerà in se’ tutte le funzioni di formazione, comprese quelle attualmente facenti capo al Sir.

Umbria salute assumerà il personale e le funzioni attualmente svolte da Webred servizi e dal ramo sanità di Webered Spa andando a riunificare, in un unico soggetto, tutte le attività rivolte al sistema sanitario umbro. Le quote societarie verranno ridistribuite nella misura del 25% ciascuno tra le due Asl e le due Aziende ospedaliere. Le mission saranno essenzialmente tre: 1) servizi generali a sostegno delle aziende socie; 2) realizzazione processi di digitalizzazione della sanità; 3) centrale regionale unica di acquisti in sanità.

Umbria digitale prenderà vita attraverso la fusione per incorporazione prima di Webred Spa e poi di HiWeb in Centralcom e assumerà le funzioni oggi in capo ai tre soggetti, oltre a quelle svolte da Umbria servizi innovativi e dal Sir, i cui soci, a seguito della liquidazione, entreranno a far parte del nuovo soggetto consortile. Questo passaggio, a seguito della nuova legge di stabilità non comporterà oneri finanziari a carico della Regione, al contrario di quanto inizialmente previsto. Il trasferimento del ramo d’azienda di Umbria servizi innovativi (che si occupa di sviluppo digitale), in base alla stessa legge avverrà con il mero trasferimento di personale e comporterà l’uscita della Regione dalla compagine sociale. Umbria digitale diverrà dunque la società pubblica di riferimento (composta da Regione e sistema delle autonomie locali) per il sistema della digitalizzazione della PA Umbra e degli enti locali. In particolare saranno 3 le missioni principali: 1) Attuazione Agenda digitale, parte pubblica e sostegno alle imprese su tali processi; 2) Manutenzione reti infrastrutturali; 3) Centrale informatica di committenza per soci, rimettendo tutte le attività di progettazione software al mercato. Tutto ciò avverrà secondo le modalità e i tempi indicati nel cronoprogramma allegato.

I consorzi non avranno consigli di amministrazione ma amministratori unici e assumeranno la forma di società “in house”. Previsto anche un tetto agli stipendi dei dirigenti che non potranno superare il minimi regionali.

Legge ICT: Obiettivo della normativa, preadottata dalla Giunta regionale, è promuovere lo sviluppo, la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) al fine di favorire sul territorio regionale lo sviluppo della società dell’informazione in coerenza con l’Agenda digitale europea e l’Agenda digitale italiana e realizzare un processo di digitalizzazione dell’azione amministrativa coordinato e condiviso tra le autonomie locali, in sinergia con il partenariato economico-sociale dell’Umbria. Ciò attraverso il riordino normativo e la semplificazione di società e organismi che operano nella filiera ICT dell’Umbria, continuando il percorso già avviato dalla Regione, in direzione di una maggiore innovazione informatica e telematica. Viene dunque allineata la “mission” di questi soggetti con le nuove priorità dell’Agenda digitale, così da ottenere maggiore efficienza ed economie di scala.

La Regione intende svolgere un ruolo chiave nell’attuazione efficace delle politiche per la società dell’informazione si legge al Capo I: coordinando la digitalizzazione della PA quale “driver” di innovazione di tutto il sistema economico-sociale del territorio; dare impulso al digitale in maniera trasversale; valorizzare la diffusione ed il riuso delle buone prassi; stabilendo standard e linee guida condivise per l’interoperabilità dei dati e la dematerializzazione dei procedimenti; declinando a livello locale l’insieme degli obiettivi dell’Agenda digitale europea e nazionale con azioni efficaci e modulari e attivando partenariati pubblico/privati.

E’ prevista l’istituzione di un Sistema informativo regionale dell’Umbria, a cui fa capo il coordinamento del complesso dei sistemi informativi dei soggetti pubblici dell’Umbria, e del “Data center regionale unitario dell’Umbria” quale infrastruttura digitale a servizio della PA umbra attraverso un Piano di razionalizzazione per il trasferimento e consolidamento dei server dei soggetti pubblici.

Il Capo II della proposta di legge, interamente dedicato al “Riordino della filiera ICT regionale”, individua i criteri generali di riordino e la nuova configurazione della società consortile Umbria Salute (in house providing), che assume anche le funzioni di Centrale regionale di acquisto per la sanità, e della società consortile Umbria Digitale. Ad Umbria Salute partecipano tutte le Aziende sanitarie regionali e si configura come strumento per l’erogazione di servizi di interesse generale rivolti alla tutela della salute e a supporto delle Azienda sanitarie regionali per favorire l’attuazione della digitalizzazione del Sistema sanitario regionale (sanità elettronica).

Le Aziende sanitarie regionali costituiscono, in nome e per conto della Regione, la Centrale regionale di acquisto per la sanità “CRAS” all’interno della società consortile Umbria Salute al fine di assicurare l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse del Servizio sanitario regionale.

La Regione promuove inoltre la costituzione della società consortile Umbria Digitale srl (in house providing) che ha il compito di erogare servizi di interesse generale per la gestione e lo sviluppo della rete pubblica regionale. I soggetti pubblici soci della società consortile accedono a tutti i servizi infrastrutturali della CN-Umbria e del Data center regionale unitario.

In conseguenza del riordino normativo dell’ICT regionale la Regione prevede lo scioglimento del Consorzio SIR e l’ingresso degli attuali soci in Umbria Digitale.

Per quanto riguarda il Capo III della proposta di legge relativo a “Innovazione per le pubbliche amministrazione” al Consorzio Umbria Pubblica Amministrazione (ex Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica), in cui confluiscono le attività formative esercitate dal SIR, viene affidata anche la promozione dell’innovazione tecnologica, delle competenze digitali e della società dell’informazione e della conoscenza attraverso le pubbliche amministrazioni operanti in Umbria.

Relativamente alla parte della legge sul riordino della filiera regionale ICT, la Giunta ha approvato un cronoprogramma che, tenendo conto della complessità delle operazioni da attivare, in cui sono coinvolti anche gli enti locali, delle disposizioni normative e della necessità di rispettare il Patto di Stabilità dovrebbe portare all’attuazione dell’intera riforma entro l’estate 2014. L’adozione del ddl di riordino, necessario a ridefinire il nuovo profilo normativo dei soggetti coinvolti, sarà oggetto di partecipazione e dovrà inoltre essere raccordato con l’approvazione della legge di bilancio regionale 2014.

L’attuale quadro normativo è interessato da un profondo processo di riforma dettato dal ddl 1542/2013 (c.d. Delrio) che è stato approvato e trasmesso dalla Camera dei Deputati al Senato della Repubblica il 27/12/2013, dove è attualmente all’esame delle commissioni. Il testo contiene innovazioni sia in materia di Province che di Unioni e fusioni dei Comuni.

Per quanto riguarda le province, in base alla legge 325/2013 che ne prevede il commissariamento, andranno ad assumere la configurazione di enti di area vasta, di secondo livello, con funzioni non attribuibili ai comuni a cui, gli stessi, possono cedere la gestione delle proprie competenze. Le funzioni delle province, quali enti di area vasta, risultano essere: pianificazio

ne territoriale provinciale di coordinamento, nonché valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza; pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale; raccolta ed elaborazione dati ed assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali. La provincia potrà altresì, d’intesa con i comuni, provvedere alla gestione dell’edilizia scolastica con riferimento alle scuole secondarie di secondo grado. Vengono inoltre definite le province dei territori montani, con funzioni aggiuntive legate alla specificità del territorio montano.

Il complesso procedimento per il riordino delle funzioni attualmente esercitate dalle Province, in capo a Stato e Regioni, sarà basato su: individuazione per ogni funzione dell’ambito territoriale ottimale di esercizio; l’efficacia nello svolgimento delle funzioni fondamentali da parte dei comuni; la sussistenza di riconosciute esigenze unitarie; l’adozione di forme di avvalimento e deleghe di esercizio mediante intesa o convenzione. Ciò consentirà alle Regioni di modellare l’area vasta secondo le specifiche caratteristiche del rispettivo territorio e allo Stato di riorganizzare sul territorio le proprie attuali funzioni amministrative decentrate.

Le continue modifiche e indeterminatezze legislative del quadro di riferimento nazionale hanno inciso sulle riforme endoregionali promosse dalla Regione con la LR 18/2011 ed hanno portato ad un “disallineamento” fra la positiva costituzione e operatività dell’Agenzia forestale, e la costituzione delle Unioni speciali di comuni, ancora in fase preliminare.

Da qui la decisione della Giunta regionale di riarticolare il processo riformatore, riallinearlo al processo nazionale e superare le criticità, prodottesi sul versante dello svolgimento delle funzioni esercitate dalle ex comunità montane e non transitate in capo alla Agenzia Forestale, in quanto proprie di Comuni.

La nuova fase di riforme endoregionali, si articolerà pertanto in quattro fasi:

1) Sottoscrizione del protocollo d’intesa (DGR n.1459 del 16 dicembre 2013) per garantire ai lavoratori delle comunità montane in gestione commissariale (in scadenza il 30-6-2014), non compresi nella previsione di cui all’art. 69 della LR 18/11 (dipendenti pubblici e impiegati forestali trasferiti all’Agenzia forestale regionale), i livelli occupazionali e rispondere alle esigenze di funzionalità dei soggetti istituzionali coinvolti, mantenendo la qualità dei servizi resi ai cittadini.

2) Rivisitazione della legge regionale 18/2011 così da esplicitare la possibilità di assegnare il personale delle comunità montane in gestione commissariale, non rientranti nel contingente di cui all’art. 69 della LR 18/11, direttamente ai comuni per lo svolgimento delle funzioni di cui all’allegato A della stessa legge, ovvero, in materia di politiche sociali, turismo, boschi e terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici, agricoltura, funghi e tartufi. A tal fine si prevede un apposito accordo con ANCI Umbria nel quale la Regione si impegna a mantenere per un massimo di 3/5 anni la copertura delle risorse utili all’esercizio delle funzioni regionali, mentre i comuni dovranno garantire l’esercizio delle funzioni medesime in forma singola o convenzionale o associata attraverso l’impiego del personale in questione. Il modello scelto dalla Giunta per l’aggregazione dei comuni è quello dei 12 ambiti sociali, già sperimentato con buoni risultati.

3) A seguito dell’approvazione del DDL “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle Unioni e fusioni di Comuni” (c.d. Delrio), si apre in Umbria una sorta di fase costituente che coinvolgerà un gruppo di lavoro inter-istituzionale ( tra regione province e comuni ed esperti), sotto la direzione dell’Ass. alle Riforme Fabio Paparelli, che avrà l’obiettivo di armonizzare il complesso quadro esistente, con la predisposizione di un disegno di legge regionale, che riallocherà le funzioni di cui verranno “svuotate” le Province, seguendo i criteri della legislazione nazionale.

Tale progetto vedrà il perfezionamento e la condivisione dell’intera società regionale (compresi attori sociali e sindacati) attraverso una cabina di governance, a supporto dell’organo politico, con lo scopo di definire gli indirizzi politico-amministrativi relativi all’individuazione delle funzioni delle province riformate, dei comuni e degli altri soggetti istituzionali coinvolti nella riforma stessa, sulla base del percorso disegnato.

4) Nel momento in cui sarà concluso positivamente il percorso di revisione costituzione relativo all’ “Abolizione delle Province”, la Regione potrà quindi procedere ad un definitivo riordino delle funzioni in capo a tre enti principali: Regioni, Aree Vaste (così come verranno definite con legge regionale) e Comuni. Questi ultimi, poi potranno fondersi, costituire unioni di comuni o convenzioni per l’esercizio associato di alcune funzioni. I processi saranno obbligatori per i comuni sotto a 5mila abitanti e incentivati per gli altri.

In merito alla richiesta avanzata dai comuni di Fabro, Ficulle, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione, Parranno, la Giunta regionale ha provveduto, con deliberazione, a trasmettere al Consiglio regionale la proposta di indizione del referendum consultivo per l’istituzione di un nuovo comune mediante fusione ai sensi della legge regionale 14/2010. Il processo di fusione dei cinque comune dell’alto Orvietano, in coerenza con l’evoluzione del quadro di riforme regionali, rappresenta un progetto pilota di grande interesse. Per questo, in stretta collaborazione con il presidente Brega, saranno presto individuati tutti gli strumenti di revisione normativa utili ad agevolarne l’espletamento in tempi brevi.