Giornata del creato: la Terra è ferita

Il Messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata del 1° settembre

E’ uscito il Messaggio Cei per la 7a Giornata per la salvaguardia del creato, che si celebrerà il 1° settembre sul tema “Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della Terra”. Il messaggio è firmato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali, la giustizia e il lavoro, e da quella per l’ecumenismo e il dialogo.

Le sofferenze della Terra. “La nostra celebrazione non può dimenticare le ferite di cui soffre la nostra terra, che possono essere guarite solo da coscienze animate dalla giustizia e da mani solidali”, si legge nel messaggio, che invita ad una “riconciliazione con il creato, perché il mondo in cui viviamo porta segni strazianti di peccato e di male causati anche dalle nostre mani, chiamate ora a ricostituire mediante gesti efficaci un’alleanza troppe volte infranta”. I Vescovi italiani ricordano, in particolare, “le tante sofferenze sperimentate, in questo anno, da numerose comunità, segnate da eventi luttuosi”, come “le immense ferite inflitte dal terremoto nella Pianura padana”: “Mentre riconosciamo la nostra fragilità, cogliamo anche la forza della nostra gente, nel voler ad ogni costo rinascere dalle macerie e ricostruire con nuovi criteri di sicurezza”. Ma anche “le alluvioni che hanno recato lutti e distruzioni a Genova, nelle Cinque terre, in Lunigiana e in vaste zone del Messinese”. In questo senso è “significativo” che il 9 ottobre sia stato dichiarato dallo Stato italiano “Giornata in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria dell’uomo”. Facendo riferimento alla storia biblica di Giuseppe (cfr Gen 37-49), venduto dai fratelli per rivalità e gelosia, i Vescovi ricordano che “nella precarietà della crisi che si abbatte sul Paese, resa visibile dalle vacche magre e dalle spighe vuote, immagini di forte suggestione anche per il momento attuale, la relazione del popolo con la terra sarà sanata proprio grazie alla lungimiranza e alla responsabilità per il bene comune”.

Il compito educativo. Tra “ecologia del cuore ed ecologia del creato” vi è un “nesso inscindibile”, come ricorda Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate, visto che “l’ambiente naturale non è una materia di cui disporre a piacimento”, e “molti danni allo sviluppo provengono proprio da queste concezioni distorte” che “riducono la natura a un semplice dato di fatto o, all’opposto, la considerano più importante della stessa persona umana”. Occorre perciò “annunciare queste verità con crescente consapevolezza, perché da esse potrà sgorgare un concreto e fedele impegno di guarigione dell’ambiente calpestato”. Si tratta di un compito che “offre l’occasione per catechesi bibliche, momenti di preghiera, attività di pastorale giovanile, incontri culturali” e “una responsabilità che appartiene anche ai docenti, in particolare agli insegnanti di religione”.

 

Denunciare gli abusi. “Accanto all’annuncio – osservano – è necessaria anche la denuncia di ciò che viola per avidità la sacralità della vita e il dono della terra”. I Vescovi citano, a questo proposito, la questione dell’Eternit a Casale Monferrato, “con i gravi impatti sulla salute di tanti uomini e donne, che continueranno a manifestarsi ancora per parecchi anni. Un caso emblematico – scrivono –, che evidenzia lo stretto rapporto che intercorre tra lavoro, qualità ambientale e salute degli esseri umani. L’attenzione vigilante per tale drammatica situazione e per i suoi sviluppi deve accompagnarsi alla chiara percezione che l’amianto è solo uno dei fattori inquinanti presenti sul territorio. Vi sono anzi aree nelle quali purtroppo la gestione dei rifiuti e delle sostanze nocive sembra avvenire nel più totale spregio della legalità, avvelenando la terra, l’aria e le falde acquifere e ponendo una grave ipoteca sulla vita di chi oggi vi abita e delle future generazioni”.

 

Scelte e stili di vita. “Annunciare la verità sull’uomo e sul creato e denunciare le gravi forme di abuso – sottolineano – si accompagna alla messa in atto di scelte e gesti quali stili di vita intessuti di sobrietà e condivisione, un’informazione corretta e approfondita, l’educazione al gusto del bello, l’impegno nella raccolta differenziata dei rifiuti, contro gli incendi devastatori e nell’apprendistato della custodia del creato, anche come occasioni di nuova occupazione giovanile”. I Vescovi concludono con un invito “a tornare a riflettere sul nostro legame con la terra e, in particolare, sul rapporto che le comunità umane intrattengono col territorio in cui sono radicate”: “Le stesse mani dell’uomo, sostenute e guidate dalla forza dello Spirito, potranno così guarire e risanare, in piena riconciliazione, il creato ferito, a noi affidato dalle mani paterne di Dio, guardando con responsabilità educativa alle generazioni future”.

AUTORE: Patrizia Caiffa