Accademia del Dònca, la carica dei 10.000

Sempre enorme il successo del centro culturale fondato otto anni fa. Qualche anticipazione sui programmi per l’immediato futuro
Il Trio del Donca con l’assessore Andrea Cernicchi e Sandro Allegrini
Il Trio del Donca con l’assessore Andrea Cernicchi e Sandro Allegrini

Galeotta fu una cena, e fu così che da un’idea lanciata quasi per caso da un gruppo di amici, amanti della poesia e della tradizione linguistica, nacque nel 2006 l’Accademia del Dònca di Perugia. “Proponemmo l’idea all’allora assessore alle Politiche giovanili e culturali del Comune di Perugia Andrea Cernicchi (ancora oggi riconfermato in quel ruolo, ndr)” ricorda Sandro Allegrini, giornalista, professore alle scuole superiori e medie, ora in pensione, con una laurea in Filologia classica, fondatore dell’associazione insieme a Walter Pilini. “Cernicchi subito ci appoggiò, suscitando anche qualche ilarità sia da parte di amici di partito e non. Era il nome Dònca (‘dunque’ in perugino) a creare qualche perplessità – sottolinea Allegrini. – Fu subito un successo inaspettato”. Scopo primario del sodalizio letterario è quello di tutelare la cultura, la lingua, la letteratura espresse dalla città del Grifo di ieri e di oggi. “Ad ogni incontro partecipavano dalle cento alle 200 persone, a volte c’era la fila – racconta. – Ogni lunedì, dal 2006, da ottobre a maggio, proponiamo in tutto 35 incontri su temi legati a personaggi particolari, istituzioni cittadine, attività tradizionali, sociali e di cultura legati alla peruginità. Nei giorni scorsi si è concluso l’ottavo anno di attività: 7.000 presenze in tutto, che raggiungono le 10.000 in un anno se si sommano a quelle relative ai vari altri incontri fuori programma. “Per esempio a Natale – aggiunge Allegrini – con il Mercante in fiera, la tombola, tutte a scopo benefico o quelle che si svolgono durante l’estate, nell’ambito del programma del Comune di Perugia, con il Trio perugino del Dònca (Bennati, Corbucci, Zampetti), così come le serate nei quartieri, le feste nei borghi, il XX Giugno: in tutto circa 3.000 presenze”. A fare da location la sala dei Notari, della Vaccara, la Lippi dell’Unicredit, il teatro Morlacchi, l’auditorium di Santa Cecilia, palazzo della Penna, sede dell’assessorato alla Cultura che sostiene e asseconda le iniziative dell’istituzione. E poi ci sono le pubblicazioni tra cui la silloge antologica L mèjo d i poeti perugini (scritti inediti di 45 poeti già validati da pubblicazioni autonome), quattro dizionari (uno all’anno) di Frammenti di lingua perugina, la trilogia sullo Stradario perugino, i volumi pubblicati da alcuni soci come Cicuti, Migliarini, Mirabassi, Cavallini, Bennati, Vinti, la pubblicazione di un gioco all’anno in perugino. Sicuramente non si fermeranno qui. Tutti si possono iscrivere: ad oggi i soci sono 2.500 (l’iscrizione è assolutamente gratuita). Perugini illustri come l’attore Filippo Timi e l’autore televisivo e scrittore Enrico Vaime sono fieri di appartenere al sodalizio e, tutte le volte che possono, vengono alle presentazioni dell’Accademia. È già pronto il programma approssimativo del prossimo anno: intanto – ci anticipa – il premio annuale andrà a Gian Franco Rosi, campione di pugilato. Tra i personaggi si parlerà di Luisa Spagnoli, Walter Binni, Nello Palloni, Carducci a Perugia; tra le attività tradizionali le fornaci Biscarini – Angeletti, i tessuti di Giuditta Brozzetti, il lanificio di Ponte Felcino, i Belati; sul tema della socialità e cultura l’antichità di Piceller, i santi patroni della città, esoterismo e occultismo, la civiltà dei Caffè perugini, di Etruschi; tra le istituzioni il teatro del Pavone, il Nobile collegio della mercanzia, il Sodalizio di San Martino. E la lista è ancora lunga…”.

AUTORE: Manuela Acito