Alle audizioni della Commissione speciale è stata invitata anche la Chiesa umbra. Pasquale Caracciolo ha portato le osservazioni sugli articoli che riguardano l’identità (cristiana) della regione,

Statuto e famiglia: oltre le dfinizioni

La Consulta regionale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace della Conferenza Episcopale Umbra ha esaminato la proposta di nuovo statuto formulando alcuni emendamenti, riferiti soprattutto ai primi articoli, illustrati nel corso dell’incontro pubblico del 9 gennaio scorso. L’emendamento più importante riguarda l’articolo 2 sull’identità dell’Umbria, il cui testo cita tra i valori fondamentali la ‘vocazione europeista’: espressione valutata debole, come se si fosse ancora agli albori del percorso europeo. Non vi è poi alcun riferimento ai diritti umani e la pace è appena citata. Così come non sono richiamate le radici antiche e ancora vitali del cristianesimo. Non basta, inoltre, indicare i valori: essi allo stesso tempo debbono essere obiettivi da perseguire. Per cui la Consulta ha proposto emendamenti tesi ad inserire nel testo la difesa dei diritti umani, il rafforzamento dell’Unione europea e l’esplicito riferimento al ricco apporto dei grandi protagonisti religiosi, in particolare i santi Benedetto e Francesco, per opera dei quali l’Umbria è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Riguardo all’articolo 7 relativo alla famiglia la Consulta ha fatto una valutazione realistica onde evitare inutili lacerazioni nella società regionale. Ha preso atto che la formulazione adottata è nella sostanza la stessa dello statuto vigente. Certo non è sfuggita l’ambiguità del termine ‘comunità familiare’. Però il riferimento alla Costituzione italiana salvaguarda le buone ragioni della famiglia naturale fondata sul matrimonio civile e religioso. Ciò non toglie ‘ e la Consulta in sede di audizione ha espresso con molta franchezza il suo pensiero – che il problema rimane aperto almeno sul piano della doverosa iniziativa politica nazionale e regionale. L’Istat classifica ben 13 forme di ‘famiglia’. Queste varie formazioni, che si assumono impegni e doveri diversamente modulati e pubblicamente dichiarati, non possono essere equiparate nei loro diritti. Si commetterebbe (come sta accadendo) un’ingiustizia. E’ stato quindi chiesto che sia superata una volta per tutte questa discriminazione e sia pienamente riconosciuto il ruolo della famiglia fondata sul patto matrimoniale. Altri emendamenti riguardano la sussidiarietà. L’articolo 12 della proposta di statuto regionale introduce per la prima volta tale principio, nella sua articolazione verticale e orizzontale, in attuazione della normativa nazionale ed europea. In altre parti dello statuto, però, manca la necessaria coerenza. L’art. 10, per esempio, riconosce la funzione pubblica dell’istruzione e l’autonomia delle istituzioni senza esplicitare, come è stato richiesto, quelle statali e paritarie. Valutazione positiva è stata fatta dell’articolo 79 che conferma la figura del Difensore civico, proponendo che la nuova legge istitutiva dell’Ufficio preveda la garanzia dell’indipendenza elettiva, funzionale e strutturale del Difensore civico. Gran parte del nuovo statuto è dedicata all’ordinamento amministrativo e alla forma di governo regionale su cui, com’era prevedibile, la discussione è stata molto aspra. La Consulta regionale ha preso atto che la scelta prevalente (elezione diretta del Presidente della Giunta con l’introduzione di un sistema equilibrato di poteri e di funzioni dei diversi organi politici e amministrativi tesi a rafforzare il ruolo del Consiglio regionale e dell’Opposizione) corrisponde sostanzialmente alle indicazioni formulate nel documento Contributo per lo statuto della Regione dell’Umbria. Così come ha trovato accoglimento la proposta di prevedere la Commissione di Garanzia statuaria. Un attento esame rivela che le scelte adottate meritano di essere perfezionate, ma sarà compito particolare dei partiti trovare le soluzioni più equilibrate. Ora è importante che, dopo la fase partecipativa in atto, il Consiglio regionale approvi il più presto possibile il nuovo Statuto regionale. Insieme al nuovo statuto sarà necessario varare una legge che disciplini le modalità di svolgimento del referendum sulle leggi di revisione statutaria.

AUTORE: Pasquale Caracciolo