Ancora quattro negozi del centro storico chiuderanno entro l’anno

Mancano parcheggi e soluzioni alternative. Come vincere la crisi?

Mentre in tutte le città che hanno una storia si sta cercando di trasformare i centri storici in “aree industriali” di particolare tipologia per incentivare il turismo e le attività commerciali, producendo quindi ricchezza, il centro storico di Spoleto sembra segnato da un triste destino e da una crisi quasi irreversibile. Negli ultimi 10 anni la popolazione è costantemente diminuita, da quattromila cinquecento abitanti si è scesi a poco più di tremila, le storiche costruzioni mostrano chiari i segni del tempo, molte sono inagibili e solo negli ultimi tempi sono state avviate, o sono da avviare opere di ristrutturazione e di restauro, ma soltanto per pochi palazzi; le attività commerciali denunciano una profonda crisi, determinata dal calo demografico, ma anche da numerosi altri fattori. Proprio in questi giorni sulla stampa locale è stata data ampia risonanza al grido di allarme lanciato dagli operatori economici del centro storico: ben quattro negozi chiuderanno i battenti alla fine dell’anno e rappresentano gli ultimi di una lunga serie. Molteplici le cause individuate con chiarezza dagli stessi commercianti: prima di tutto la carenza di parcheggi. Il vero problema non è la chiusura del centro storico, ma la mancanza delle infrastrutture necessarie. Tutti concordano nell’affermare che piazza Collicola, senza macchine, ha acquistato una dimensione diversa. Ma i residenti dove dovranno parcheggiare le loro auto se non sono state date possibilità alternative? Gli stessi negozi della zona già lamentano un calo di presenze e si stanno raccogliendo firme per ripristinare il parcheggio. Anche le soluzioni che dovrebbero realizzarsi con la mobilità alternativa appaiono troppo lontane, i lavori saranno portati a termine in 4/5 anni, se non ci saranno ritardi di natura archeologica, ma fino ad allora come risolvere il problema? Perché non viene privilegiata la costruzione del parcheggio della Spoletosfera e non si danno inizio ai lavori a quello del Tribunale? Sono domande che gli imprenditori economici si pongono, ma le risposte tardano a venire. L’assessore Calabresi non ci sta ad essere considerato il capro espiatorio e rilancia la palla agli stessi commercianti mettendo in evidenza che alcuni settori merceologici, come gli alimentari, l’abbigliamento, i fioristi, sono oramai saturi. Ma sotto accusa è anche la proliferazione dei grandi ipermercati tutto intorno alla nostra città. Come vincere la crisi? Certo, il problema delle infrastrutture viarie e dei parcheggi è fondamentale, come è necessario realizzare un nuovo piano commercio, dato che quello vigente è vecchio di anni, ma non basta. La sfida passa attraverso un miglioramento e una diversificazione dell’offerta. Il pittore Alvaro Peppoloni ha lanciato l’idea della costituzione di un comitato per la valorizzazione delle attività artigianali e commerciali del centro storico; altri propongono di realizzare un commercio basato soprattutto sui prodotti tipici e l’artigianato locale; altri ancora di offrire al cliente servizi e prodotti di qualità più elevata. A questo proposito il consigliere Ds Dionisi ha proposto un emendamento al nuovo bilancio chiedendo l’abbattimento dell’Ici per le attività commerciali del centro storico dal 6,5 al 3%, e per coloro che, nel corso del prossimo anno, vogliono aprire una nuova attività l’esenzione del pagamento della imposta per tre anni. Propone anche la costituzione di un fondo di 100 milioni per abbattere del 3% i tassi di interesse per coloro che intendono ristrutturare le case del centro per risiederci in maniera stabile. Proposta costruttiva che non trova però concorde l’assessore Calabresi preoccupato di una diminuzione del gettito fiscale e contrario a riduzioni a pioggia e non inserite in un progetto organico.

AUTORE: Pina Silvestri