Bassetti: Ercolano difese il popolo da lupi rapaci. È modello per noi

Nella messa celebrata nella festa di sant’Ercolano vescovo martire, questa mattina l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha indicato il santo patrono di Perugia come modello per coloro che hanno responsabilità di cura di un popolo.

Ercolano, ha detto il Cardinale, “è un modello anzitutto per me, suo successore”. “Di fronte a tanti lupi rapaci, e ce ne sono anche oggi, Ercolano seppe difendere il suo gregge con la parola, con l’esempio e sopratutto con la sua carità apostolica, e seppe mettersi a difesa della sua città impedendo, con la sua autorevolezza morale, che i piccoli e i poveri rimanessero schiacciati. Grande sant’Ercolano!” ha esclamato Bassetti.

(Ascolta l’omelia- prima parte)

Bassetti: penso alle famiglie che vivono grande prova e tribolazione

Quest’anno il Cardinale ha voluto rivolgere un “pensiero particolarmente affettuoso a tutte le famiglie che maggiormente hanno risentito dei disagi causati dal Covid e che vivono, o hanno vissuto situazioni di grande prova e tribolazione”, ricordando con dolore che “in qualche famiglia ci sono stati anche due morti…”. “Vorrei poterle avvicinare una per una – ha aggiunto – per chiedere loro come stai, quali sono i problemi che ti affliggono?”.

(Ascolta l’omelia- seconda parte)

“La pandemia ci ha veramente messo alla prova più di quello che pensiamo” ha sottolineato Bassetti ricordando famiglie in cui sono cambiate le relazioni e in alcuni casi “è diventato anche più difficile prendersi cura gli uni degli altri”.

La pandemia ha cambiato le relazioni

I cambiamenti indotti dalla Pandemia hanno riguardato anche il modo di vivere la fede. “Devo anche constatare, e lo dico con una nota di malinconia, – ha detto Bassetti -che si è molto allentata la partecipazione alla messa domenicale e molti si sono accontentati, e si accontentano ancora, di assistervi dal salotto di casa”. “ Ma io dico – ha aggiunto il Cardinale – non è la stessa messa, non facciamoci illusioni! Io faccio sempre questo esempio: quando hai fame ti basta nutrirti dei prodotti che vedi pubblicizzati dalla televisione? No. Nessuno può nutrirsi di immagini. E la stessa cosa è per la partecipazione all’eucarestia. Se non si può fare diversamente è un conto, ma non può diventare una alternativa”. “Se non ci nutriamo del cibo reale non potremo sopravvivere e così per il cibo spirituale” ha detto il Cardinale.

(Ascolta l’omelia- terza parte)

Pensando al tempo che abbiamo di fronte “io non so – ha detto il Cardinale – quanto potrà durare questo periodo di incertezza e di fragilità, ma una cosa raccomando a tutti: fate in modo che nessuno resti solo”. Un appello che Bassetti ha rivolto alle parrocchie, alle istituzioni di volontariato, e “naturalmente” alle “istituzioni civili che devono fare tutto il possibile per quello che loro compete”.

Prendersi cura del vicino a noi

Non bastano però le istituzioni a prendersi cura, ha ammonito il Cardinale, “ma bisogna che ciascuno di noi allarghi gli spazi del proprio cuore per condividere, farsi attento, rendersi disponibili” perché la persona che ha bisogno di sostegno e di aiuto potrebbe essere il nostro vicino di casa o un familiare e magari “basterebbe un saluto, un invito per un compleanno, o una festa di famiglia per farlo sentire meno solo”.

(Ascolta l’omelia- quarta e ultima parte)

“Sì, è vero, c’è tanto dolore attorno a noi, ma la terra è piena e traboccante dell’amore di Dio e dei nostri Santi, e dobbiamo crederci davvero che l’amore e la misericordia dei nostri santi vince tutto e supera tutto perché sono profondamente vere le parole del Salmo 9 su cui dovremmo spesso ritornare, e che dice ‘Signore tu vedi il nostro affanno e il nostro dolore’ ma non basta che tu veda: tu lo prendi tutti nelle tue mani”. Abbiate questa certezza, questa fiducia”, ha concluso Bassetti: “nonostante tutto quello che vi capiti nella vita, Dio vi sorride e lo prende nelle sue mani e lo condivide con voi”.

Acceso il cero votivo della città

Il cardinale arcivescovo di Perugia – Città della pieve, ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme al rettore don Francesco Benussi e alla presenza dei rappresentati delle Istituzioni civili e del Sodalizio di San Martino. La liturgia è stata animata da “I Madrigalisti di Perugia”.

Nel rispetto delle norme antiCovid numerosi fedeli hanno partecipato alla messa che si è conclusa con la preghiera a Sant’Ercolano e con l’accensione da parte del sindaco Andrea Romizi del cero votivo offerto dal Comune di Perugia, che arde di fronte al reliquiario si Sant’Ercolano esposto per la sua festa.