Caritas: la povertà interpella tutti, senza “demandare”

CARITAS. Le cifre relative agli interventi effettuati nel corso dell’ultimo anno
A sinistra Luca Uccellani impegnato in una raccolta di viveri
A sinistra Luca Uccellani impegnato in una raccolta di viveri

Nei numeri che sintetizzano l’attività dello scorso anno della Caritas diocesana, autentica frontiera della solidarietà e condivisione, troviamo lo spaccato di una società che soffre le conseguenze di una crisi sempre più pesante.

Nel 2011 ha gestito 80.000 euro, quota dell’annuale 8xmille assegnato alla diocesi per interventi caritativi. Dai cartelloni di suffragio sono arrivati 20.130 euro (+4%), da altre offerte 12.503 euro (aumentate di tre volte e mezzo). Sono stati erogati contributi economici per bisogni vari (bollette e necessità abitative, buoni spesa, farmaci, aiuti sanitari, prodotti per l’infanzia…) pari a 85.306 euro.

Grazie al Fondo di solidarietà delle Chiese umbre, sono stati concessi sussidi mensili a 33 nuclei familiari in difficoltà per 36.850 euro (+75%), mentre attraverso il “Prestito della speranza”, il progetto di microcredito destinato alle famiglie voluto dalla Cei, in collaborazione con l’Associazione bancaria italiana, sono stati garantiti 16 prestiti agevolati per 96.000 euro.

Da quando è diventato operativo, sono state accolte 21 delle trentacinque domande inoltrate, per un totale di 114.000 euro. Altro indice da ricordare: i 3.380 (+6% rispetto al 2011 e 11% al 2010) accessi al Centro di ascolto (singoli e famiglie che hanno sollecitato un aiuto economico). Ancora: sono stati distribuiti 2.989 pacchi viveri, pari a 120 quintali di cibo, ed effettuate 1.068 interventi dal centro vestiario di via Cairoli. Attraverso risorse proprie, del Fondo di solidarietà regionale, del Prestito della speranza, una ripresa della cartellonistica di suffragio e l’aumento di donazioni da parte di singoli, famiglie e associazioni, è stato possibile aumentare gli interventi a favore dei meno fortunati.

Quali le prospettive per il 2013? “Sarà ancora un anno difficile – osservano alla Caritas diocesana – ma con risorse, per quello che si può prevedere, molto più limitate. Ci sforziamo di cogliere, in questa situazione che ci obbligherà a dire molti più ‘no’ a chi è in difficoltà, anche qualcosa di positivo: l’urgenza di potenziare l’azione educativa e pedagogica verso la comunità ecclesiale (a cominciare dalle parrocchie) e la più ampia comunità civile, perché i tanti disagi delle persone e delle famiglie non siano delegati in blocco alle strutture. Le povertà, e soprattutto i poveri restano una grande provocazione, che dovrebbe spingerci a trovare sempre più risorse personali e comunitarie (materiali, ma soprattutto umane), come conseguenza di una vita capace di cambiare i suoi stili e le sue relazioni”.

AUTORE: G. B.