Case per gente in fuga

Il Meic di Perugia invita Stella Cerasa della Caritas per avere un focus chiaro sull’accoglienza in diocesi

mostra-migranti-cmykCosa vuol dire essere un richiedente asilo? Cosa muove queste persone ad affrontare un viaggio in cui mettono a rischio la vita? E cosa li aspetta quando, sbarcando sulle nostre coste, arrivano in Europa? Per conoscere meglio questo mondo il Meic di Perugia ha invitato giovedì scorso Stella Cerasa, l’assistente sociale della Caritas diocesana che segue i migranti richiedenti asilo accolti nelle strutture messe a disposizione dalla Chiesa locale. È stato un incontro che ha rotto il velo della non conoscenza e della distanza, restituendo alla parola “migrante” tutto il vissuto di persone concrete.

In quello stesso periodo – 3 ottobre – è stata celebrata per la prima volta la “Giornata della memoria e dell’accoglienza” in ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione.

Un anno fa, il 1° ottobre 2015 – ha ricordato Cerasa -, sono arrivati a Perugia 23 giovani pakistani affidati alle cure della Caritas diocesana. Sono stati i primi profughi accolti dalla Chiesa perugino-pievese a seguito del nuovo esodo di migliaia di persone in fuga a causa di guerre, violenze, persecuzioni e fame. Su indicazione del card. Bassetti, è stato avviato il “Progetto per l’accoglienza di migranti richiedenti asilo”, la cui gestione è stata affidata a operatori della Caritas, sotto il coordinamento appunto di Stella.

La quale aggiunge: “Nell’ultimo quinquennio la diocesi aveva già accolto profughi in strutture gestite dalla Caritas. Nei primi dodici mesi di questo progetto i migranti-profughi ospitati sono stati un centinaio, prevalentemente giovani. Attualmente gli accolti sono 80, provenienti da Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Nigeria, Pakistan e Senegal. Negli ultimi due mesi stiamo ospitando anche tre famiglie con minori giunte da Camerun, Siria e Kurdistan iracheno.

Le prime due hanno trovato ospitalità in strutture private (due appartamenti messi a disposizione da perugini) denominate ‘Casa Betania’ e ‘Casa Santa Chiara’. Mentre la famiglia curda è stata ospitata ad agosto al Centro internazionale di accoglienza (Ostello) di proprietà della diocesi, e dalla metà settembre in un appartamento messo a disposizione dalle Clarisse del monastero di Sant’Agnese”.

Particolare attenzione è rivolta ai minori di queste famiglie, evidenzia Cerasa, “soprattutto per i loro problemi di salute. Quattro di loro sono affetti da una grave malattia e uno è stato sottoposto a trapianto di midollo con un fratellino come donatore. In prossimità dell’avvio dell’anno scolastico c’erano problemi d’iscrizione per due bambini, superati con la collaborazione della questura di Perugia che ha rilasciato in tempi brevi i relativi permessi di soggiorno. L’accoglienza di questi minori è stata voluta fortemente dal card. Bassetti, affinché potessero frequentare la scuola come i loro coetanei italiani”.