I Convegni ecclesiali regionali negli anni dal 1978 al 2008

Il Convegno ecclesiale umbro del 1978

Il 24 e 25 aprile 1978 ad Assisi, presso il Seminario regionale umbro, si tiene il Convegno ecclesiale regionale sul tema La Chiesa in Umbria per la promozione umana. Fu promosso dalla Conferenza episcopale umbra (Ceu) – presieduta da mons. Cesare Pagani, allora vescovo di Città di Castello e di Gubbio – e organizzato dalla segreteria del Centro regionale umbro di pastorale (Crup).

Le relazioni furono tenute dal direttore del Crup, mons. Giuseppe Chiaretti (sugli sviluppi nelle diocesi umbre del Convegno nazionale “Evangelizzazione e promozione umana” del 1976) e dagli altri membri della segreteria: don Giuseppe Betori (evangelizzazione), don Antonio Santantoni (coscientizzazione), Gino Piazza (servizio). Seguì l’intervento del prof. Maurizio Cavicchi, un laico esterno alla Chiesa invitato a dire il suo punto di vista sul rapporto Chiesa-mondo nel contesto regionale.

Le diocesi dell’Umbria con i loro vescovi furono tutte largamente rappresentate; i partecipanti 465, così ripartiti: 126 preti e religiosi, 55 religiose, 284 laici.

L’evento di Assisi prefigurò una revisione della pastorale nelle Chiese locali e auspicò – con l’intervento conclusivo di mons. Cesare Pagani – la continuazione di questo cammino condiviso a livello regionale. Prese così avvio il progetto Per una pastorale d’insieme in Umbria (1978-1981) con il concorso di organismi e di iniziative dal forte spessore sinodale che operarono con slancio e convinzione.

Il Convegno del 1980

Appena due anni dopo, nei giorni 11-12 ottobre 1980, si tenne il secondo Convegno ecclesiale regionale, sul tema Evangelizzazione con e per gli adulti, organizzato sempre dal Crup presso il Seminario di Assisi. I partecipanti furono 265.

Venne fatta un’analisi della situazione nelle singole diocesi per capire meglio lo stato dell’evangelizzazione in Umbria, sulla quale riferirono le due relazioni: la prima, presentata dal sottoscritto, riportò i risultati dell’indagine conoscitiva su Le attese degli umbri circa l’evangelizzazione, la seconda, curata da don Enzo Banetta, presentò le risposte date dagli organismi diocesani chiamati a verificare quanto fosse stato fatto (o non fatto) in adempimento del piano pastorale regionale triennale Ceu del 1978.

Furono presentati anche dei sussidi da parte del Crup: il primo, Shalom, di carattere biblico, scritto da fratel Giuseppe Florio ripercorrendo la storia della salvezza, venne ritenuto molto utile per il primo annuncio; il secondo, proposto da don Antonio Santantoni, cogliendo spunti di evangelizzazione e di catechesi nella vita liturgica, suggerì tematiche e segni da inserire nello svolgersi dell’anno liturgico e nel catecumenato ai diversi sacramenti; il terzo sussidio, presentato da don Pietro Bottaccioli, rifacendosi al catechismo dei giovani Non di solo pane, individuò tematiche per un cammino catecumenale, anche attraverso momenti di celebrazione e convivenza.

Il Convegno del 1983

Di tono minore risultarono gli altri due convegni degli anni Ottanta. A quello del 24-25 aprile 1983 su La Chiesa in Umbria e i problemi del lavoro , parteciparono circa 200 persone.

Preparato e coordinato non più dal Crup ma dall’Ufficio regionale per la pastorale sociale e del lavoro, si pose l’obiettivo di “sensibilizzare comunità e gruppi ecclesiali attorno al tema e ai problemi del lavoro”, tema che, “per le vaste ripercussioni, non poteva non coinvolgere l’azione pastorale della Chiesa e la riflessione e l’azione di persone e gruppi impegnati da credenti nel socio-politico”.

Aperto da mons. Cesare Pagani, presidente della Ceu, il Convegno fu scandito dalla relazione teologico-pastorale Evangelizzare il senso del lavoro umano, svolta da don Antonio Buoncristiani e, il giorno dopo, dalla tavola rotonda su Chiesa e lavoro in Umbria: situazione socio-pastorale e prospettive , alla quale parteciparono il vescovo di Todi, mons. Decio Lucio Grandoni, Franco Federici, presidente degli industriali dell’Umbria, Roberto Pomini, segretario regionale Cisl, e Guido De Guidi, responsabile formazione Fim.

Dopo i lavori di gruppo e il dibattito assembleare, le conclusioni del convegno vennero tratte da mons. Santo Quadri, vescovo di Terni e presidente della Commissione problemi sociali e lavoro della Cei.

Il Convegno del 1984

Il convegno del 30 aprile e 1° maggio 1984 dedicato al Rinnovamento liturgico in Umbria a vent’anni dalla Sacrosanctun Conciliumregistrò solo 165 partecipanti.

I motivi della diminuita partecipazione furono diversi: il coinvolgimento più debole delle diocesi nella fase di preparazione, l’idea che si trattasse più di un momento di aggiornamento che di una continuazione di quella “pastorale d’insieme in Umbria” lanciata dalla Ceu nel 1978 e forse, con il passare del tempo, non più riproposta con la convinzione e l’entusiasmo dei primi tempi.

I primi quattro convegni, dunque, si svolsero nell’arco di sei anni, gli altri tre in un lasso di tempo molto più ampio: dal 1984 al 2008.

Naturalmente la sinodalità non è direttamente proporzionale al numero dei convegni ecclesiali celebrati in regione, ma il loro diradarsi sembrò rappresentare comunque una fase diversa nella storia post-conciliare delle chiese in Umbria.

Il Convegno del 1991

Il quinto Convegno ecclesiale primo e ultimo del decennio – si svolse alla Cittadella di Assisi nei giorni 9-10 novembre 1991 sul tema Evangelizzazione e testimonianza della carità in Umbria, promosso dalla Ceu e organizzato dal ricostituito Crup di cui direttore era mons. Vittorio Peri.

Il convegno, presieduto dall’arcivescovo mons. Antonio Ambrosanio, riuscì bene per la partecipazione numerica e qualitativa. Due furono le relazioni: la prima, sul titolo del convegno, tenuta da mons. Attilio Nicora, allora presidente della Caritas italiana; la seconda, svolta da Luca Diotallevi su Servizi socio-caritativi collegati con la Chiesa in Umbria .

Molto partecipati risultarono gli otto gruppi di lavoro,segno anche di una buona preparazione fatta amonte:

1) Educazione dei giovani al Vangelo della carità;
2) Evangelizzazione e amore preferenziale 
per i poveri;
3) Evangelizzazione e presenza dei cristiani nel sociale e nel politico;
4) opere ecclesiali, nuove povertà e strutture civili;
5) Parrocchie soggetto di carità;
6) Pane della Parola e pane della carità;
7) la famiglia, luogo primario della educazione alla carità;
8) Comunione e comunicazione: segno della carità vissuta.

Il Convegno del 2001

Trascorsi altri dieci anni, il 17-18 novembre 2001 arrivò il sesto Convegno ecclesiale regionale. A Lyrick Theatre di Assisi, tanti giovani provenienti dalle otto diocesi umbre si ritrovarono insieme ad adulti e a sacerdoti per dire la loro Per una nuova comunicazione della fede. Le Chiese dell’Umbria si interrogano e interpellano i giovani.

Fondamentale risultò il coinvolgimento della Consulta regionale di pastorale giovanile, già ben collaudata dall’esperienza delle Giornate mondiali della gioventù.

Il programma fu scandito da due momenti forti, la veglia di preghiera nella basilica di San Francesco e lo spettacolo teatrale Sentinelle del mattino e, a seguire, da due relazioni ricche di spunti e di orientamenti pastorali: il sociologo perugino Paolo Montesperelli su Comunicare con la frontiera: Chiesa e giovani nell’Umbria che cambiamons. Giuseppe Betori, allora segretario della Cei, su Giovani, comunità cristiana e trasmissione della fede: ascolto, esperienza e comunicazione.

Il convegno – come documentarono gli Atti – venne curato molto bene e seguito con grande fiducia, non solo dai giovani. Segnò una tappa significativa per la crescita della pastorale giovanile in Umbria. Con circa 1.000 presenze registrate, è stato il Convegno regionale più partecipato.

Il Convegno del 2008

Poi fu la volta della pastorale della famiglia a convocare tutte le diocesi dell’Umbria nel settimo Convegno ecclesiale, che ebbe luogo a Santa Maria degli Angeli nei giorni 18-19 ottobre 2008 per riflettere su La famiglia, il futuro di tuttiL’organizzazione fu affidata a una Commissione preparatoria, presieduta da mons. Vittorio Peri, con la quale collaborò il Forum delle associazioni familiari dell’Umbria. Il coordinamento fu tenuto dall’ufficio regionale per la Pastorale della famiglia, diretto da padre Luciano Temperilli insieme a Elio e Letizia Giannetti.

Articolata e intensa risultò la fase preparatoria, iniziata due anni prima e scandita da tre seminari tematici su: aspetti socioeconomici- culturali in relazione alla famiglia; identità teologica del matrimonio e della famiglia; famiglia, risorsa per la persona e per la Chiesa.

Tutte le diocesi collaborarono tramite coppie referenti, che erano già responsabili della pastorale familiare all’interno delle proprie Chiese locali. Furono tre le relazioni fondamentali: la prima di natura teologica, svolta dalla prof.ssa Ina Siviglia su Il matrimonio, fondamento della famiglia: sacramento e icona trinitaria; la seconda, di natura pedagogica, svolta dal prof. Ezio Aceti su La famiglia, luogo primario di educazione ai valori umani e alla fede cristiana; la terza, di natura sociologica, svolta dal dott. Francesco Belletti su La famiglia: bene primario della società.

Seguirono laboratori su tempi specifici e due comunicazioni: La famiglia vista dai figli e La famiglia e le politiche familiari oggi in Umbria; le conclusioni furono affidate a mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle famiglie, che raccolse le proposte emerse da presentare ai vescovi umbri.

I due Convegni del terzo millennio si sono caratterizzati per la scelta di temi specifici, prima i giovani e poi la famiglia, sentiti come particolarmente urgenti e capaci di suscitare attorno ad essi l’interesse e il coinvolgimento di tutte le componenti della vita ecclesiale.

Gli ambiti più limitati hanno reso possibile un approfondimento più puntuale sia nelle analisi delle situazioni che nella individuazione delle nuove prospettive pastorali attese dai cambiamenti in atto.

Inoltre, le reti di conoscenza e di collaborazione, come pure lo scambio di esperienze tra le persone di varie diocesi coinvolte nei due convegni, hanno favorito quelle relazioni reciproche che, nate lungo il cammino, hanno permesso sia alla pastorale giovanile sia a quella familiare di crescere, in maniera probabilmente più vivace rispetto ad altri ambiti, sotto il profilo della competenza e della responsabilità.

Antonio Nizzi
membro della segreteria del Convegno 2019